Translate

lunedì 25 novembre 2013

Rifugio Larcher al Cevedale e Laghi delle Marmotte, Lungo e Nero




Rimaniamo nel Parco Nazionale dello Stelvio, tra i ghiacciai dell'Ortles-Cevedale.
Per compiere questa escursione ci rechiamo in Val di Pejo; da Cogolo troviamo le indicazioni per Malga Mare, adibita ora a ristorante, e imbocchiamo una strada asfaltata (8 Km) che conduce al parcheggio nei pressi della centrale idroelettrica, a 1972 m. e lasciamo qui l'auto.
Incamminiamoci sulla mulattiera (sentiero 102) che sale tra una vegetazione rada, tra larici e pini cembri al Pian Venezia. Ignoriamo il sentiero 146 che svolta a destra.
Ora il  sentiero si restringe un po', si cammina su terra, ma è comunque molto comodo.
Si prosegue camminando sulla fiancata della montagna addentrandoci nella vallata fiancheggiata dalle maestose cime del Vioz (3645 m.) e del Cevedale ( 3769 m.).
Per tutto il tragitto ci terrà compagnia il rumore del torrente Noce Bianco che scorre sotto di noi e il fischio delle marmotte, che procedendo in silenzio, riuscirete ad individuare sui prati sotto a voi.
Dopo circa un'ora e tre quarti di cammino e dopo aver superato i 600 m. di dislivello, si raggiunge il Rifugio Larcher al Cevedale, 2608 m e la chiesetta che lo affianca.
Il ghiacciaio del Cevedale e il Palon è talmente vicino che sembra di toccarlo se si allunga una mano!
Dopo una breve pausa, tempo permettendo, consiglio di proseguire la salita sul sentiero 104 e compiere l'escursione circolare che costeggia Lago delle Marmotte (2704 m.), Lago Lungo (2553) e Lago Nero.
Il primo lago dista 45 minuti e da qui in poi si cammina sempre in discesa!
La vista spazia su panorami unici:
- in direzione nord vi è Cima Marmotta e Cima Lago Lungo;
- a est si innalzano Cima Careser, Cima Campisol e Cima Ponte Vecchio;
- in direzione ovest i ghiacciai del Vioz, del Cevedale e del Palon della Mare;
-in direzione sud, se l'aria è tersa si intravedono, in lontananza le Dolomiti di Brenta!

Volendo si può raggiungere anche l'enorme diga del Careser, ma io ho preferito seguire una traccia sull'erba che costeggia il Lago Nero e prendere il sentiero che scende ripido.. è più breve.

Per completare l'intero percorso si impiegano circa 7 ore.

Come sempre vi lascio il link per vivere virtualmente l'escursione descritta.


Buona passeggiata!
Elisa.







giovedì 21 novembre 2013

Solda: Rifugio Coston e Rifugio Mandriccio




Solda è un suggestivo paese in Val Venosta e all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio.
Non sembra di trovarsi a ben 1925 m. di altitudine perché il bosco è ancora presente anche oltre i 2000 m. e attorno al paese si innalzano imponenti vette che sfiorano i 4000 m. e sono ricoperte di neve anche in piena estate!
Sono proprio le cime del Monte Ortles (3905 m), Gran Zebrù (3859 m.) e Zebrù (3740 m.) a rendere possibile la presenza del bosco a quote superiori alla norma: sovrastando Solda sul versante settentrionale, impediscono ai freddi venti provenienti da nord di sferzare sul paesino!
Proprio per sue caratteristiche, Reinold Messner l'ha scelta per farvi pascolare il suo gregge di Yak, che non di rado si incontrano durante le escursioni in questa zona!
Non manca nulla: ghiacciai, Yak.. Sembra proprio di essere in Tibet!


Una delle escursioni più belle è quella che parte dalla stazione a monte della seggiovia Langenstein (Seggiovia Orso) 2330 m. , contrassegnata col numero 3, che conduce al Rifugio Coston, 2661 m. in circa un'ora e mezza.
Lasciato il Rifugio K2 alle nostre spalle, ci dirigiamo in direzione ovest.
Il sentiero sale leggermente e attraversa il ghiaione della Vedretta Fine del Mondo.
Questi nomi sono tutto un programma.. Attorno a noi, roccia, detriti morenici e silenzio. Successivamente si prosegue su alcune placche di roccia poi il sentiero si restringe e continuerà a strapiombo su Solda. I tratti più esposti sono assicurati con fini metalliche ma non presentano difficoltà.
Davanti a noi si erge l'imponente Monte Cevedale, 3769 m. coperto di neve.
Un breve tratto di discesa e compare il Rifugio Coston! Sul lato settentrionale è presente un laghetto che a seconda delle stagioni è più o meno esteso.
La parete del Gran Zebrù è a un palmo di mano!! Bellissima, selvaggia.. I suoi crepacci incombono sul rifugio.
Sembra di essere in un angolo del pianeta sconosciuto, isolato, dimenticato o abbandonato. 
Il rifugio è il punto di partenza per gli alpinisti che salgono sulla cima dell'Ortles.
Dopo esserci rifocillati, possiamo tornare  per la stessa via dell'andata o con il sentiero numero 2 che costeggia il laghetto di sopra e di sotto e scende a serpentine alla stazione intermedia delle funivia 2200 m. che ci permetterà di scendere in paese.
Eccovi il video per compiere l'escursione virtualmente!





E ora un'altra meritevole escursione a Solda: Rifugio Città di Milano- Rifugio Madriccio!
Saliamo con la funivia; rimaniamo a bordo quando fa sosta alla stazione intermedia e scendiamo al Rifugio Città di Milano, 2681 m. Davanti a noi la vetta imbiancata del Monte Cevedale 3769 m.!
Imbocchiamo il comodo sentiero n. 151 che procede sul prato in lieve salita e conduce al Rifugio Madriccio, 2818 m., in circa 45 minuti. Accanto si può ammirare un bel laghetto.
La vista spazia sul gruppo del Zebrù (3740 m) e Gran Zebrù (3859 m) in direzione nord, la cima di Solda (3376 m) a ovest.
Il ritorno avviene sullo stesso sentiero dell'andata.
Il video per la passeggiata virtuale è il medesimo; le immagine del sentiero 151 iniziano al minuto 1.09!
 Video del sentiero

Alla prossima escursione,
Elisa











venerdì 15 novembre 2013

Maghe Venegia e Venegiota: passeggiata sulla neve.





La Val Venegia fa parte del Parco naturale di Paneveggio ed è racchiusa dalla catena settentrionale delle Pale di San Martino, il Castelaz e la Costazza.
è un'attrattiva sia per le passeggiate estive che per quelle invernali! Io ho scelto la seconda opzione!
 Imboccata la strada provinciale 81, in direzione di Agordo, troverete le indicazioni per il parcheggio e per i sentieri sulla vostra destra.
Lasciata l'auto, ho indossato dei semplici scarponi da trekking; non c'è necessità di ciaspole perché il percorso è pianeggiante e il sentiero viene battuto dai gestori della Malga.
A volte è percorribile anche un piacevole e suggestivo sentiero nel bosco che rimane sulla sinistra rispetto al percorso, più largo, che costeggia il torrente.
Qualunque percorso scegliate, il sentiero non presenterà alcuna difficoltà.
La visuale sarà dominata dal Gruppo del Focobon, davanti a voi.
In circa 30 minuti raggiungerete Malga Venegia, 1778 m. aperta anche in inverno, ma solo durante il weekend!
La cucina è ottima e l'ambiente riscaldato dalla stufa in ceramica e dal caminetto è molto accogliente!
Volendo si può proseguire e si arriva in circa 20 minuti a Malga Venegiota, 1824 m. ancora senza difficoltà nonostante non abbia le ciaspole ai piedi.
Quest'ultima però è chiusa d'inverno!
Il ritorno avviene per lo stesso percorso dell'andata.

Per chi volesse effettuare un percorso più lungo, vale la pena proseguire ancora: vi attende Baita Segantini 2170 m.
Per affrontare questa salita però sono necessarie le ciaspole o gli sci per alpinismo!

Eccovi il video con la passeggiata virtuale fino alle prime due malghe.




Alla prossima avventura,
Elisa.



giovedì 14 novembre 2013

Giro del Lago di Braies e Malga Foresta

Chi ama la montagna sa che ogni località è dotata di fascino e ha già ammirato panorami da pelle d'oca.. Ma la Val di Braies è unica! Il Lago di Braies e Prato Piazza sono luoghi straordinari, con un'atmosfera fiabesca che non si ritrova in altre valli e sono in grado di suscitare emozioni che non scorderete mai.
Lasciata l'auto in uno dei parcheggi nei pressi dell'Hotel Lago di Braies a 1496 m. si imbocca il comodo sentiero che compie il giro del lago in circa un'ora.
Appena il lago compare si rimane colpiti dal suo intenso colore verde smeraldo e dall'imponenza della Croda del Becco, 2810 m. sul versante meridionale che si specchia sulla superficie dell'acqua.
Il giro può essere compiuto indifferentemente nei due sensi.
Volendo prendere la deviazione per Malga Foresta, ho preferito partire dal versante occidentale.
Si passa accanto ad una piccola cappella e si prosegue con un dolce sali scendi fino ad una radura con una spiaggetta. Qui vi è un bivio: a sinistra si prosegue il giro del lago, a destra si imbocca la bellissima vallata (Val Foresta) che accoglie Malga Foresta.
Il sentiero sale leggermente tra larici radi; sulla sinistra ci affianca la selvaggia parete sud della Croda del Becco. A partire dal bivio, si raggiunge la malga in circa 15 minuti.
Qui è possibile mangiare un piatto tipico, ma sarà molto suggestivo anche fare un picnic sul prato.
Dopo pranzo torniamo al bivio sul lago e imbocchiamo il sentiero che completa il giro.
Il versante orientale del lago è un po' più impegnativo rispetto a quello occidentale, ma non è difficile. Si tratta solo di compiere un breve tratto di salita.. Sul punto più alto la visuale sul lago vi lascerà veramente a bocca aperta!!
Si prosegue poi in discesa verso il versante nord del lago, quella più suggestiva, a mio parere. Qui il lago va stringendosi e forma una stretta insenatura in cui l'acqua ha una minor profondità.
Lo scorcio sulla Croda del Becco attraverso i pini è fantastico.
Si costeggia l'attracco delle canoe che possono essere noleggiate e si fa ritorno all'Hotel Lago di Braies.
L'attracco delle imbarcazioni è un luogo molto noto per essere uno dei set cinematografici della fiction "Ad un passo dal Cielo". Per questo, negli ultimi anni è preso d'assalto dai fan della serie televisiva che non resistono alla tentazione di scattare una foto ricordo sul pontile.
Eccovi il video che vi consentirà di percorrere virtualmente questa rilassante passeggiata.



Leggenda sull'origine del Lago di Braies.
La leggenda vuole che la vallata di Braies fosse abitata da alcuni selvaggi di brutto aspetto che custodivano l'oro presente nelle vicine montagne.
 Per queste figure l'oro era prezioso per il suo splendore ma li rendeva duri nell'animo.
Quando apparvero nella valle alcuni allevatori assieme al loro bestiame, le figure selvagge regalarono loro alcuni oggetti prodotti con il loro oro. Gli allevatori vedendo tale abbondanza d'oro divennero avidi ed iniziarono ad impadronirsi della materia prima, rubandola alla popolazione dei selvaggi.
 La popolazione dei selvaggi decise di impedire agli allevatori di raggiungere le montagne e fecero sgorgare alcune sorgenti d'acqua, che crearono a valle il lago di Braies, che impediva agli allevatori di poter rubare ulteriormente l'oro ai selvaggi.

mercoledì 13 novembre 2013

Passo Sommo-Forte Cherle.



Facilissima passeggiata nel bosco, molto suggestiva in autunno.
Si parte da Passo Sommo (Trento), 1341 m.
Imbocchiamo la carrozzabile accanto al bar "Chalet" ed entriamo subito nel bosco. Dopo pochi metri possiamo ammirare uno scorcio:
- davanti a noi, in direzione ovest, il paese di Folgaria con lo sfondo del gruppo della Presanella.
- sulla destra il Monte Cornetto (sulla radura poco più alta rispetto a noi, si riconosce anche il Rifugio Paradiso, 1650 m)
- sulla sinistra le piste da sci di Costa di Folgaria.
Proseguiamo il nostro itinerario quasi pianeggiante.. Non ci sono montagne imponenti da ammirare, ma in autunno questo percorso regala ugualmente grandi soddisfazioni grazie ai contrasti cromatici e ai giochi di luci e ombre.
A novembre non ho incrociato nessuno.. Silenzio e tranquillità assoluta!!
Sopra di me solo il cielo blu e un sole che, nonostante l'autunno inoltrato, scalda ancora e abbaglia.
Ma all'interno del fitto bosco è quasi notte..
Il sottobosco è un tappeto di foglioline marroni.
Appenna superato una costruzione risalente alla Grande Guerra, incontriamo un bivio nei pressi di una pista da sci: dritti si va all'ex ospedale austroungarico, noi invece svoltiamo sulla destra, seguendo le indicazioni per il Rifugio Stella d'Italia.
La vegetazione prima mista ora lascia il posto a pini e larici. è un'espolosione di colore: il bosco sembra a pois! I pini di colore verde scuro e i larici dorati si alternano in una tavolozza allegrissima.
Ora intravediamo le piste da sci di Fondo Grande- Fondo Piccolo sulla nostra destra e in circa 50 minuti dalla nostra partenza raggiungiamo il Rifugio Stella d'Italia, 1550 m.
Dalla terrazza panoramica la visuale è incantevole: in primo piano il Monte Baldo; dietro ad esso il gruppo della Presanella, imbiancato e poco più a destra il gruppo delle Dolomiti di Brenta.
Ancora 15 minuti e giungiamo al Forte Cherle, noto anche come Forte Sommo Alto.
La struttura è parzialmente crollata, ma è possibile entrare e farvi un giro ai due piani all'interno.
Dentro si trova anche il tunnel che scende nel sottosuolo e che costituiva una via di fuga per i soldati.
è tuttora aperto e percorribile, ma mancando l'illuminazione ho preferito non inoltrarmi.
è invece carino salire al secondo piano e uscire all'esterno percorrendo la scalinata a nord.
Da qui si possono sono visibili:
- il Monte Baldo e i gruppi della Presanella e delle Dolomiti di Brenta, in direzione ovest;
- il Lagorai e la Marmolada in direzione nord;
- L'altipiano di Asiago in direzione est.
Il ritorno avviene per la stessa strada dell'andata.
Vi lascio ora alla visione del video con cui potrete percorrere virtualmente il sentiero e la visita al Forte Cherle e ammirare il fascino del bosco in autunno!



Nella sua struttura Forte Cherle ricalca il modello di tutti gli altri forti lungo la linea difensiva che vedeva a terra i locali di servizio (centrale elettrica, telefonica, depositi, infermeria comando e guarnigione) con casematte in pietra coperte in cemento e a distanza di sicurezza si trovavano le cupole dei cannoni e le postazioni di mitragliatrici.

Progettato dall'Ing. Eugen Luschinski prese il soprannome di forte werk Sebastian a 1445 m. Anche questo come gli altri, era autonomo di viveri e munizioni. Disponeva di un capiente deposito di acqua alimentato da un acquedotto che prelevava acqua dal torrente Astico, con cisterne di carburante per il funzioanmento del gruppo elettrogeno, deposito di munizioni, stazione telefonica, e due postazioni ottiche rivolte verso Forte Sommo e monte Rust.

A est si avvaleva di una postazione avanzata dove in caso di necessità attraverso un tunnel sotterraneo avveniva la rapida evacuazione dei Militari.

 Dalla frazione di Cueli una teleferica saliva il versante settentrionale permettendone i rifornimenti quando scarsi.

 Era un forte di prima linea che venne ampliamente bombardato e tenuto sotto tiro italiano dalle vicine postazioni presenti a Campomolon, Coston d'Arsiero, Monte Coston, e Costa d'Agra.

 Era Comandato dal Capitano Edmund Proksch. Dotato di una difesa passiva costituita dal fossato e ampi reticolati tutti attorno. Quattro gli obici collocati nella batteria del Traditor della casamatta e due cannoni per la difesa ravvicinata.

Con il Forte Somma a 1614 m. teneva sotto controllo il passo della Borcola e le zoen antistanti. Il puzzo dello scoppio delle granate era notevole in quanto si trattava di ecrasite. Venivano sparati contro le linee italiane anche proiettili illuminanti e i famosi schrapnel a tiro si sbarramento.



 
Alla prossima escursione,
Elisa.

martedì 5 novembre 2013

Val di Casies: Malga Ascht


Ancora una passeggiata tra i pascoli della Val di Casies!
Lasciata l'auto alla stazione a monte dello skilift di Santa Maddalena, imbocchiamo il sentiero n. 10.
Si tratta di una carrozzabile che sale moderatamente. La vegetazione non è fitta per cui possiamo goderci la visuale:
-in direzione sud si riconoscono alcuni paesini della Val di Casies e in lontananza la magnifica Croda Rossa d'Ampezzo.
-A est la vallata del  Rio Tscharniet di cui ho parlato nell'escursione alla Malga Stumpf.
-Sotto di noi, i tetti delle abitazioni di Santa Maddalena.
In circa 45 minuti raggiungiamo Malga Ascht, 1950 m. dove è possibile pranzare con piatti tipici.
Bellissima la visuale della sua terrazza!
Il ritorno si effettua per lo stesso sentiero dell'andata.
Eccovi ora il video per compiere virtualmente questa facile passeggiata: ne vedrete le immagini a partire dal minuto 2.00.


Alla prossima passeggiata,
Elisa.

lunedì 4 novembre 2013

Val di Casies: Malga Kradorfer e Malga Messner

Questa è una facile passeggiata per famiglie che volendo può costituire un percorso circolare.
Si lascia l'auto nei pressi del Rifugio di Fondovalle, 1465 m., a Santa Maddalena, l'ultimo paese della Val di Casies.
Si prosegue sulla strada asfaltata in direzione nord per circa 10 min. fino al divieto di transito per le macchine. Dopo breve tempo si incontra un bivio: si può proseguire sulla strada asfaltata fino alla Malga Messner e da lì proseguire sulla carrareccia fino alla Kradorfer alm, ma è piuttosto noioso.. A meno che non abbiate con voi un passeggino, consiglio di svoltare a destra e imboccare il "sentiero degli scoiattoli" (sentiero 49)! Dopo pochi metri si attraversa un ponte sul torrente e poi ci si addentra in un suggestivo boschetto! Questo è l'unico breve tratto di salita vera e propria. Appena si esce dal boschetto il sentiero diviene pianeggiante e attraverso i pascoli sale fino al Malga Kradorfer, 1704 m.
La si raggiunge in circa 50 minuti dalla partenza. Attorno ad essa troverete vari recenti con animali domestici (capre, maialini..).
Sarà molto rustico e suggestivo gustare un piatto tipico nelle casette in legno: ogni casetta un tavolo!
A pancia piena scendiamo per la carrareccia in direzione ovest rispetto alla malga.
Soli pochi minuti in leggera discesa e i lama di malga Messner 1659 m. ci daranno il benvenuto! Anche qui è possibile pranzare con piatti caldi.
Per il rientro abbiamo due scelte: la strada asfaltata o il sentiero 53 che però richiederà ancora un po' di salita.
E ora il video per l'escursione virtuale!


Alla prossima avventura!
Elisa.

domenica 3 novembre 2013

Giro delle malghe in Val di Casies: Stumpf, Kaser e Pfoi alm



La Val di Casies è il paradiso degli amanti dei boschi e del verde!
Vista la ricchezza di pascoli, troverete numerose malghe in cui è anche possibile gustare un buon piatto tipico!
Tra le passeggiate più famose in zona vi è il sentiero circolare che collega le malghe Stumpf, Kaser, Pfoi e Uwald.
Si parcheggia nei pressi del Rifugio di Fondovalle, a S. Maddalena, l'ultimo paese della valle, a 1465 m. Troverete le indicazioni per varie malghe, ma noi oggi scegliamo il sentiero n.47.
Il primo tratto è asfaltato e sale moderatamente costeggiando il tracciato dello slittino utilizzato d'inverno. Raggiungiamo un ponte che consente di attraversare il Rio Tscharniet da cui prende il nome la vallata.
La salita prosegue su una carrozzabile e in circa un'ora e mezza raggiungiamo la prima malga chiamata Stumpf, 1968 m. Qui la vegetazione si dirada e lascia posto ai pascoli, così possiamo ammirare dall'alto qualche scorcio sulla verdissima Val di Casies.
 Siamo in quota ormai, la salita è finita, per cui vale la pena proseguire e completare il circuito invece di tornare a valle per la strada appena percorsa.
Proseguiamo sulla carrareccia che da qui è piuttosto pianeggiante e in circa 30 minuti conquistiamo anche la seconda malga: Kaser, 2076 m.
A questo punto inizia la discesa. Si imbocca uno stretto sentiero, circondato da rododendri e una vegetazione molto rigogliosa.
In circa 30 minuti usciamo dal boschetto e torniamo sulla carrozzabile.
In basso riconosciamo S. Maddalena, mentre in direzione nord, in lieve salita si raggiunge Malga Pfoi. ATTENZIONE: questa, contrariamente alle prime due malghe, non offre il servizio ristorazione!!
Da qui possiamo scegliere di fare rientro a valle o salire a Malga Uwald, 2042 m. in circa 30 minuti.
Le condizioni meteo avverse mi hanno costretta a scendere senza vedere quest'ultima meta.. Ci dovrò tornare!
Scendendo si trova un bivio: a destra continua la carrareccia, a sinistra invece il sentiero, un po' più stretto si addentra nel bosco. Entrambe portano a S. Maddalena, potete scegliere quella che volete!
Io ho proseguito nel bosco, con la variante indicata dal cartello come "scorciatoia".
Costeggiando un torrente si conclude la nostra passeggiata in circa 40 minuti.
è giunto il momento di salutarci per oggi.
Vi lascio ora alla visione del video, per chi volesse avventurarsi sulla passeggiata virtualmente!



Alla prossima escursione,
Elisa.
 

lunedì 28 ottobre 2013

Langalm, Tre Cime di Lavaredo


Le Tre Cime di Lavaredo: simbolo delle Dolomiti.
Sono molti i percorsi che si snodano attorno queste famose vette, tutti famosi e molto frequentati.. Anche troppo.
Ce n'è uno però che poche persone conoscono: è il sentiero n. 4 che dal Rifugio Auronzo 2320 m. conduce, quasi pianeggiante, alla Malga Lange raggirando il versante occidentale delle Tre Cime.
Dal parcheggio più a ovest si intravede il sentiero che taglia il prato. Ci incamminiamo con una splendida visuale:
-alla nostra destra abbiamo il versante settentrionale delle Tre Cime;
-davanti a noi si erge la maestosa Croda Rossa;
-a sinistra, a valle, si riconosce il Lago di Misurina;
-in direzione sud riconosciamo il Cristallo e le frastagliate vette dei Cadini;
-alle nostre spalle lasciamo la Croda di Passaporto e la Croda dei Toni.
Dopo circa 10 minuti troviamo una staccionata e da il sentiero prende la direzione nord, cambiando versante.
Lasciamo il prato e proseguiamo sul ghiaione del versante occidentale delle Tre Cime.
La Croda Rossa è ora molto più vicina a noi e davanti ammiriamo il Gruppo dei Baranci e la Torre degli Scarperi.
Raggiungiamo il versante settentrionale delle Tre Cime e finalmente le vediamo, verticali, lisce.. Bellissime.
Gli occhi corrono ora a destra perché in ogni direzione si ergono montagne degne di foto e attenzione.
Ora camminiamo in lieve discesa sul prato sottostante alle Tre Cime, parallelamente ad esse e raggiungiamo tre piccoli specchi d'acqua.
Davanti a noi ammiriamo il Monte Paterno e, in lontananza, è visibile il Rifugio Locatelli.
Ancora pochi metri e, a circa 40 minuti dalla partenza, appare la caratteristica Malga Lange, 2240 m. dove è possibile gustare un pasto caldo.
Per il rientro si può scegliere tra due soluzioni:
* ripercorrere lo stesso sentiero in senso invers;
oppure
* imboccare il sentiero 101 che conduce al Rifugio Locatelli e da qui, concludere l'escursione circolare attorno alle Tre Cime con la carrareccia n. 105 che riconduce al Rifugio Auronzo passando per la Forcella e il Rifugio Lavaredo, in circa due ore.
Per chi volesse intraprendere l'escursione virtualmente, eccovi il video!



Alla prossima avventura,
Elisa.

venerdì 25 ottobre 2013

Rifugio Città di Carpi






I panorami visibili nel corso di questa facile passeggiata non si scordano più!
Siamo a Misurina, ai piedi dei Cadini.
Prendiamo la seggiovia che parte dal lato meridionale del lago e saliamo al Rifugio Col de Varda, 2106 m. e imbocchiamo il sentiero 117 che inizia con una discreta discesa. I vostri occhi avranno un gran da fare..
Da nord a sud potranno ammirare la Torre degli Scarperi, il gruppo dei Baranci, Picco di Vallandro, il Monte Piana, Il Cristallo e Cristallino, il Sorapis e il gruppo delle Marmarole!
Proseguiamo poi su un tratto pianeggiante con una vegetazione rada.
Qui, a sinistra, potremo goderci una magnifica visuale sui Cadini e sui resti delle costruzioni risalenti alla prima guerra mondiale sulle loro cime, mentre sulla destra siamo ancora ancora in compagnia delle Mrmarole e dell'Antelao.
Affrontiamo ora una leggera salita nel bosco e, quando ne usciamo, ci troviamo già sui prati che circondano il rifugio Città di Carpi, 2110 m.
è trascorsa poco più di un'ora dalla partenza.
Ci rifocilliamo e ammiriamo il panorama!
Verso sud sono ancora visibili le Marmarole e l'Antelao; Alle spalle del rifugio, sopra ai pini mughi, si staglia il Cadin S. Lucano: alto, frastagliato con sfumature cromatiche uniche che variano dal bianco al rosa tenue.
In direzione nord invece riconosciamo la Croda dei Toni, appartenente alle Dolomiti di Sesto.
Si torna per lo stesso percorso dell'andata.
Dal rifugio è ben visibile la Forcella della Neve (2471 m) con la caratteristica piccola guglia che la affianca. Se avete un po' di tempo, vale la pena raggiungerla prima di intraprendere la via del ritorno!
Per salire alla Forcella della Neve si imbocca direttamente il sentiero 118.
Dopo essere risaliti tra verdi prati si arriva alla selletta Alta di Maraia dove il panorama è ancor più spettacolare, quindi si scende tra i massi del Cadin de le Pere e si inizia a penetrare nel cuore vero di queste montagne, addentrandoci in un canalone tra il Cadin della Neve e il Cadin di Misurina a sinistra e il Cadin di San Lucano, sulla destra.
Si prosegue fino ad incrociare sulla destra i due rami del più impegnativo sentiero attrezzato Durissini proveniente dal Rifugio Fonda Savio che aggira completamente i Cadini di San Lucano, uno, quello orientale, che scende dalla Forcella Cristina (sentiero 112b), l’altro, quello occidentale, (sentiero 116) che scende dalla Forcella del Nevaio (da non confondere con la Forcella della Neve dove siamo diretti).
Si continua in direzione del sentiero 118 e si raggiunge quindi la stretta incisione della Forcella della Neve, a quota 2471 m. che raggiungiamo in poco più di un'ora dal rifugio Città di Carpi.
è magnifico trovarsi tra pinnacoli e pareti rocciose incise in forme spettacolari, la Cima Antonio Giovanni a sinistra, e sulla destra Punta e Forcella Verzi, Campanile Dulfer, Cima Eotvos, intitolati agli alpinisti di fine Ottocento che per primi hanno scalato queste splendide montagne.
La forcella è una splendida finestra che si apre a nord verso il Monte Piana, dietro al quale spunta il Picco di Vallandro, e a sud verso il Rifugio Città di Carpi e le Marmarole.
Da qui si può fare ritorno al Rifugio Città di Carpi o fiato e gambe permettendo, si può scendere a piedi fino al lago di Misurina.
E ora ecco il video che vi permetterà di effettuare l'escursione fino al Rifugio Città di Carpi virtualmente!


Alla prossima escursione,
Elisa.


  

martedì 22 ottobre 2013

Rifugio Fonda Savio




Il sentiero n. 115 è l'unico a condurre al Rifugio Fonda Savio, 2367 m, senza bisogno di imbragatura o vie attrezzate. Il rifugio, adagiato su passo dei Tocci
In auto, raggiungiamo la località Carbonin, nei pressi di Misurina e giriamo in direzione Rifugio Auronzo-Tre Cime. Dopo pochi metri, prima del Lago d'Antorno, incontreremo un cartello con la foto del rifugio e che indica di svoltare a destra e parcheggiare.
L'escursione inizia su una comoda carrareccia (segnavia 115) ombreggiata e quasi pianeggiante fino al prato chiamato Pian degli Spiriti, 1830 m che si raggiunge in pochi minuti.
Attraversato imbocchiamo un sentiero un po' più stretto che comincia a salire in un boschetto rado. Man mano che si sale, si apre la vista sul Cristallo e alle nostre spalle e su alcune guglie dei Cadini di Misurina.
Con una serie di tornanti (evitare le scorciatoie) ci portiamo a sinistra sotto le rocce del Col dei Tocci.
Il bosco comincia a diradarsi mentre ci spostiamo in diagonale, sulla destra, verso la Cima d’Antorno, e riprendiamo a ampi tornanti fino a superare il gradone che ci porta nel Ciadin dei Tocci (2140 m., 50 minuti), dal quale cominciamo a vedere il Rifugio F.lli Fonda Savio, posto in alto.
Da qui possiamo ammirare:
- il Monte Piana, la Marmolada, la Croda Rossa in direzione ovest;
-Gruppo dei Baranci, Torre degli Scarperi e una porzione delle Tre Cime di Lavaredo;
-Cima d'Antorno (gruppo dei Cadini) in direzione sud e Torre di Wundt.
Proseguiamo addentrandoci nel Cadin dei Tocci. Le cime che ci circondano sono maestose e si ha la sensazione di essere racchiusi nel loro abbraccio.
è pèossibile seguire con lo sguardo il percorso del sentiero:
si sposta a sinistra contornando una zona di massi e un avvallamento, poi si porta sotto un ghiaione verso le Cime Cadin dei Tocci e la Torre Wundt.
Proseguiamo! Man mano che ci addentriamo nel Cadin dei Tocci possiamo intravedere qualche escursionista sul versante opposto al nostro impegnato sul ghiaione che porta alla Forcella del Diavolo. Il rifugio e il Ciadin del Nevaio sono sempre più vicini!
Arriviamo ad un bivio in cui ignoriamo le indicazioni per il sentiero 117 che si dirige a destra e porta a Forcella del Diavolo; il rifugio è esattamente sopra alla nostra testa e per raggiungerlo occorre risalire alcune roccette aiutati da un sentiero gradinato assicurato da funi in acciaio.
A circa due ore dalla partenza, ci siamo!!
Ma VALE LA PENA salire ancora qualche passo, sopra al dossetto roccioso alle spalle del rifugio perché da lassù si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo, la Croda dei Toni e il sentiero attrezzato Durissini che sale a tornanti il Cadin.
Il ritorno avviene sullo stesso percorso dell'andata!
E ora percorriamo virtualmente questo bellissimo percorso!



Alla prossima escursione,
Elisa.

lunedì 21 ottobre 2013

Rifugio Sillianer






Il rifugio Sillianer, 2447 m, è già visibile da valle, a Sesto: alto, nero, adagiato sulla Cresta Carnica.. Quasi come un corvo! Devo ammettere che guadarlo da valle incute un po' di inquietudine..
Per raggiungerlo si può salire con la funivia di Versciaco o con quella di Sesto; le loro stazioni a monte distano solo pochi metri l'una dall'altra, a 2050 m. sono separate solo dal ristorante Monte Elmo.
Imbocchiamo la carrareccia n. 4 che in leggera salita ci conduce al rustico rifugio Gallo Cedrone, 2200 m. in circa 30 minuti. Siamo ormai al di sopra del bosco e iniziamo a goderci il panorama.
Il sentiero (molto soleggiato!) prosegue seguendo la costa della montagna e raggiungiamo un bivio.
Ignoriamo il sentiero 3a che si inerpica abbastanza verticalmente sul prato e che conduce alla casetta sulla vetta del Monte Elmo (2432 m.), una stazione doganale ora abbandonata e proseguiamo invece sulla nostra carrozzabile in direzione est.
Continuiamo sempre in moderata salita fino a guadagnare la cresta di confine. Ogni tanto, a distanza regolare, troverete dei piccoli marmetti bianchi: segnano il confine italo-austriaco!
Se li guardate da sud vi leggerete una I che sta per "Italia", se li guardate da nord vi leggerete una O che sta per "Osterreich"! Mi raccomando non spostateli!! Per disporli così hanno fatto una guerra!
Qui il panorama è veramente da ammirare a 360°!
-A nord il monte Dobratsch in Carinzia e i ghiacciai del Grossglockner e del Grossvenediger
-A ovest riconoscerete le cime imbiancate del gruppo del Cevedale
-A sud le magnifiche Dolomiti di Sesto che costituiscono una meridiana naturale e i Baranci
-A est i Tauri e i monti di Sappada.
Tutto ciò è all'altezza dei vostri occhi.. Ma sotto di voi il panorama non è da trascurare: potrete seguire con lo sguardo la verde Val Pusteria fino a Plan di Corones e giocare a riconoscere i campanili dei vari paesi.
Continuiamo ora su un sentiero in terra battuta e un po' più pianeggiante. Compare davanti a noi e un po' più alto rispetto a noi il Rifugio Sillianer.
Attraversato un verde pianoro con il piccolo lago Fullhornsee, si realizza che il rifugio è ora davvero vicino, ma per raggiungerlo è necessario affrontare 3-4 tornanti in salita. Coraggio, un ultimo sforzo, ma ne vale davvero la pena! In direzione sud potrete scorgere anche una porzione delle magnifiche Tre Cime di Lavaredo!
Il rifugio Sillianer è in territorio austriaco, a un'ora o poco più di cammino dal Rifugio Gallo Cedrone.
Tempo, fiato e gambe permettendo potete proseguire ancora un po' e in circa 30 minuti raggiungere il Monte Arnese, 2550 m.
Il rientro avviene sulla stessa via dell'andata.
E dopo questa rapida descrizione è giunto il momento di effettuare virtualmente l'escursione:


Alla prossima escursione,
Elisa.


venerdì 18 ottobre 2013

Rifugio Larici: passeggiata sul Monte Elmo al disgelo.



Rimaniamo in Alta Val Pusteria e sulla Cresta Carnica!
Ho ripetuto questa passeggiata più volte, in stagioni diverse e mi ha sempre sorpresa!
Si parte da Sesto-Sexten, 1310 m: salite via Europa e quando termina la strada asfaltata, nei pressi dell'albergo Gruber, troverete l'inizio del percorso, segnavia n. 13.
Si sale nel bosco fino alla località Panorama, un piccolo borgo di masi molto panoramico a 1530 m, con il forte Mitterberg risalente alla prima guerra mondiale.
- in direzione sud si può ammirare la Meridiana di Sesto:
la Meridiana di Sesto non è un dipinto su una facciata, ma un monumento naturale che non ha pari. È composta da Cima Nove, Cima Dieci, Cima Undici, Cima Dodici e Cima Una.
Caratteristici per la Cima Nove (2.582 m) sono gli strati di sedimentazione che sono visibili anche da lontano; è il membro più basso della meridiana di Sesto.
La Cima Dieci, detta anche Croda Rossa (2.965 m), rappresenta il pilone est delle Dolomiti di Sesto e venne asceso per la prima volta da Michel Innerkofler e Roland von Eötvös nel 1878.
La Cima Undici (3.068 m) è la cima principale del gruppo delle Undici. Questa cima è riservata ad alpinisti esperti e presenta reperti storici risalenti alla seconda guerra mondiale.
La Cima Dodici si trova al confine bellunese, la cima principale è alta 2,917 m. La Cima Una invece è nota in tutto il mondo al più tardi dal 2007, quando un’enorme frana di sassi si è staccata da questa cima che ha coperto la Val Fiscalina di polvere. Questa frana ha lasciato tracce sulla parete della Cima Una che sono visibili ancora oggi.
Come funziona la meridiana di Sesto? Osservando il corso del sole da valle, si puòconstatare che coincide con il nome delle montagne. Al solstizio d’inverno, a mezzogiorno il sole si trova esattamente sopra la Cima Dieci, alle una invece sopra la Cima Una. Vale lo stesso principio anche per queste cime. 
Presumibilmente anche il nome del paese di Sesto deriva dalla Cima Dodici. Il popolo Romano aveva un altro concetto di tempo e chiamarono l’ora di mezzogiorno “sesta ora”, da questo fatto potrebbe derivare il nome del paese di Sesto.
-in direzione nord invece, sopra alla vostra testa, potrete vedere la casermetta di confine della Guardia di Finanza in cima al Monte Elmo, 2434 m., facente parte della Cresta Carnica.
Ma torniamo al sentiero! Si percorre un breve tratto di strada asfaltata che taglia i pascoli per poi proseguire su una carrareccia (sentiero 4c) tra i larici che non essendo particolarmente fitti consentono ancora di ammirare le Dolomiti di Sesto. Siamo ancora in salita, ma non ripida.
Raggiungiamo una bellissima radura verde con alcuni piccoli masi di legno con funzione di ricovero attrezzi. Qui, a seconda della stagione, vedrete colori diversi ma sempre tali da indurre stupore: si va dalla prevalenza del verde brillante in estate, alle tonalità dell'oro dei larici in autunno, al viola dei Crocus che nascono non appena la neve si scioglie in primavera.
Ancora un tornante e, dopo circa 2 ore di cammino, ci appare il Rifugio Larice, 1850 m che prende il nome dal tipo di conifera prevalente in quella zona. Fuori ci sono vari animali domestici: caprette, maialini, conigli, pony..
Da qui si può scegliere se tornare per la stessa strada fatta all'andata o proseguire l'escursione compiendo un circuito che torna a valle passando per il Rifugio Pendio Monte Elmo, 1610 m.
Personalmente vi consiglio la seconda soluzione perché appena superato il rifugio, in lieve discesa, vi attende un tratto fiabesco: si cammina su ponticelli di legno con scorci sulla Val Fiscalina e la Cima di Sesto! Si prosegue sul sentiero che scende costeggiando alcune piste da sci e in circa un'ora si raggiunge il Rifugio Pendio Monte Elmo.
Da qui potete scendere a Moso con il sentiero 3a e rientrare a Sesto con l'autobus o tornare alla località Panorama in circa 10 minuti, senza più passare per il Rifugio Larice, e scendere a Sesto con lo stesso sentiero 13 dell'andata. 
Potete ora percorrere virtualmente l'escursione nella versione "primaverile".


Alla prossima escursione,
Elisa.

mercoledì 16 ottobre 2013

Malga Coltrondo



Un'altra bella escursione circolare che parte dal Passo Montecroce, 1636 m.!
Come visto per la precedente passeggiata, si sale con la carrareccia n. 131 fino alla Malga Nemes, 1887 m. Stavolta seguiamo le indicazioni per Malga Coltrondo (sentiero 156) e ci dirigiamo quindi in direzione est. Si tagliano i pascoli di Malga Nemes, e si entra in un boschetto dove ci attende una breve e moderata salita. Poi il bosco si dirada e compare la Malga Coltrondo, 1880 m, che raggiungiamo scendendo una collinetta dove spesso pascolano le mucche.
 Il tragitto che separa le due malghe richiede circa mezz'ora.
La cucina è ottima e i bambini potranno vedere molti animali nel cortile e sui pascoli circostanti: oche, caprette, montoni, conigli, galline, mucche..
La vista spazia sul gruppo del Popera a sud, le cime del Comelico a est e il Col Quaternà a nord.
Per chi avesse voglia di camminare ancora un po', proseguendo in direzione nord, a soli 5 minuti, si raggiunge il Rifugio Rinfreddo, 1887 m.!
Dopo una goduriosa pausa pranzo, imbocchiamo il sentiero 149, la carrareccia che scende al Passo Montecroce! Di tanto in tanto, tra le cime degli abeti si intravedono le cime del gruppo del Popera.
A circa metà del percorso attraverserete il Rio Popera con un ponticello e costeggerete il Lago dei Rospi. All'unico bivio che troverete, si seguono le indicazioni per il sentiero 131 che svolta a sinistra. è la strada che avete fatto all'andata per salire a Malga Nemes. Dopo pochi passi sta a voi scegliere se continuare sulla carrareccia che si dirige a sinistra o proseguire dritti ed entrare nel fiabesco bosco! Quest'ultimo percorso è meno monotono, senza difficoltà e un po' più breve!
Vi lascio ora alla visione del video che descrive un weekend trascorso in Alta Pusteria in occasione della festa del rientro delle mandrie dai pascoli: dal minuto 3.42 troverete le immagini del percorso ad anello!

Alla prossima escursione,
Elisa.


 



martedì 15 ottobre 2013

Da Malga Nemes a Malga Klammbach



Una bellissima passeggiata tra i boschi e i prati dell'Alta Val Pusteria.
Sono partita dal Passo Montecroce (1636 m.) e concludere la camminata a Moso (1310m.) per limitare al minimo il dislivello da superare in salita, ma nulla vieta di percorrere al contrario l'escursione.
Lasciata l'auto al parcheggio del Passo, si sale la carrareccia (segnavia 131) che costeggia la piccola chiesetta dedicata a S. Michele.
Continuando a salire, dopo pochi passi si trova un bivio. A voi la scelta di continuare sulla comoda carrareccia o salire la stradina, un po' più ripida che entra nel bosco perché le due vie si congiungono a monte. Io preferisco il bosco perché in questa zona è molto particolare: il terreno ha una caratteristica colorazione rossa e le ombre dei pini e dei larici crea un ambiente davvero fiabesco! Usciti dal bosco, proprio davanti a voi, troverete la carrareccia. Ignorando le indicazioni per il camping di Moso e poco dopo quelle per Malga Coltrondo, si continua a camminare sulla carrareccia, ora in lieve salita, ora quasi pianeggiante. Ogni tanto, tra le cime deglia alberi, scorgerete le vette rocciose del gruppo del Popera in direzione sud e la verde Cresta Carnica e il Col Quaternà in direzione nord.
Improvvisamente si aprirà davanti a voi una larga prateria con una successione di passerelle in legno: siete giunti alla torbiera!

Le torbiere sono ambienti paludosi in cui l'acqua è in lento movimento. Derivano da laghi che nel corso di secoli o millenni si sono colamati a causa del deposito graduale della torba.
La torba è un materiale che si origina dall'accumulo progressivo delle parti morte dei vegetali che crescono nella torbiera, le quali non possono essere completamente decomposte perché nel terreno fradicio la carenza di ossigeno impedisce i processi di ossidazione. I resti vegetali si trasformano quindi solo parzialmente, diventano torba, e si accumulano sul fondo, facendo progressivamente diminuire la profondità del bacino. In tal modo le piante delle rive si possono spingere più all'interno, riducendo la superficie dello specchio d'acqua fino a farlo scomparire del tutto.

Proseguiamo l'escursione:
dalla passerella, in direzione est, potrete intravedere la Malga Klammbach.
Ripresa la carrereccia, si tiene la destra perché vogliamo far visita a Malga Nemes; lasciamo la stradina che prosegue a sinistra a chi vuole raggiungere in mountain bike Malga Klammbach.
Pochi passi e potrete scorgere Malga Nemes, 1877 m. davanti a voi, in cima una collinetta.
Raggiungiamo una radura solcata da un torrentino e scegliamo se raggiungere la malga passando sul ponticello che vi fa svoltare a destra (via più ripida e breve) o proseguire sulla carrareccia che compie un giro leggermente più ampio.
A circa un'ora e mezza di cammino dal Passo Montecroce conquistiamo la malga.
La cucina e il terrazzo con la vista su Popera, Croda Rossa di Sesto e Cima degli Scarperi meritano una sosta..
A pancia piena (oi oi..) riprendiamo la nostra escursione.. Si sale in direzione della Cresta Carnica sul sentiero n. 13 inizialmente carrozzabile, poi in terra battuta. Attraversiamo un ponticello e giungiamo al punto più alto dell'escursione (2049 m.) da cui si può ammirare il gruppo del Popera e le Dolomiti di Sesto senza più l'ostacolo del bosco!
Inizia ora una comoda discesa a tratti dalle caratteristiche di carrareccia, a tratti invece in terra battuta che ci condurrà a Malga Klammbach.
Il tratto Nemes-Klammbach richiede circa un'ora di cammino.
Ormai il pranzo è dimenticato.. Ci sta un dolcino con un buon te caldo..
Rifocillati, imbocchiamo il sentiero 133 che risale i pascoli della malga e poi diviene carrareccia e scende nel bosco e con pochi scorci fino al paese di Moso in circa un'ora.
Attraversata la Dolomitenstrasse troverete la fermata del bus che vi condurrà in una manciata di minuti su Passo Montecroce dove avevamo lasciato l'auto.
Vi lascio come sempre alla visione del video per poter compiere l'escursione virtulamente :)



Alla prossima escursione,
Elisa.

venerdì 11 ottobre 2013

Monte Specie



Ancora un sentiero in Val di Braies, con partenza da Ponticello.
Come vi ho già illustrato nelle precedenti due escursioni, una volta giunti a Ponticello, si sale a Prato Piazza con il bus. Una volta giunti in cima, si seguono le indicazioni per il Rifugio Vallandro (2040 m.) e si procede sulla comoda carrareccia pianeggiante circondati dagli imponenti massicci dolomitici della Croda Rossa d'Ampezzo (3140 m.), Tofane (3244 m), Cristallo (3221 m) e, di profilo, in lontananza, le Tre Cime.
In circa 30 minuti raggiungerete il rifugio e il fortino austriaco risalente alla prima guerra mondiale; qui troverete il bivio per il Monte Specie: segnavia 34.
Il percorso continua sotto forma di carrareccia, ma in leggera salita.
Con ampi tornanti si risale l'Alpe di specie e si giunge a un'ampia prateria panoramica con i ruderi di alcune costruzioni militari risalenti alla grande guerra. Siamo a circa 2200 m.
In breve la carrareccia muta in sentiero in terra battuta che con un'ultima salita vi farà toccare la Croce di vetta, a 2307 m. e la targa in ferro posta per ricordare le vittime del primo conflitto mondiale.
Qui la vista può veramente spaziare a 360°.. A nord sono parzialmente visibile le vette imbiancate della Valle Aurina, a est si riconoscono le Dolomiti di Sesto e le Tre Cime, a sud le Tofane, il Cristallo e la Croda Rossa d'Ampezzo, a ovest invece vi è il Picco di Vallandro.
L'escursione da Prato Piazza alla cima del Monte Specie richiede circa 2 ore di cammino.
Per il ritorno, si ripercorre la stessa strada a ritroso.
Potete percorrere ora la passeggiata comodamente seduti a casa vostra:


Alla prossima escursione,
Elisa.

giovedì 10 ottobre 2013

Da Prato Piazza a Ponticello


Una facile escursione in discesa nella fiabesca Val di Braies.
Come nell'escursione precedente,  si parcheggia a Ponticello (Bruckele), si prende il bus per Prato Piazza e si raggiunge in circa 5 minuti il Rifugio Prato Piazza.
Stavolta proseguiamo dritti sulla carrareccia pianeggiante per raggiungere in circa 45 minuti il Rifugio Vallandro, 2040 m. e i ruderi del fortino austriaco risalente alla grande guerra.
La vista, lungo il tragitto, può godere di fantastico scorci sugli imponenti gruppi dolomitici della Croda Rossa d'Ampezzo, le Tofane, il Cristallo e, in lontananza, se l'aria è tersa, il profilo delle Tre Cime.
A questo punto, ripercorriamo a ritroso la strada appena fatta, ma alla staccionata posta di traverso sulla carrareccia, vale la pena salire i due-tre tornanti sui pascoli e fare una sosta alla Malga Prato Piazza.. Vista e palato verranno soddisfatti nel migliore dei modi!
Mangiato? Bene, ora non resta che rotolare.. Ehm.. scendere a valle!
Scesi i tornanti e recuperata la carrareccia, giriamo a destra, in direzione del Rifugio Prato Piazza. Al bivio che si trova in sua corrispondenza imbocchiamo il sentiero n. 18 che taglia il verdissimo prato punteggiato di casette di legno e ci conduce in 15 minuti di saliscendi alla Malga Cavallo
Giunti alla fiabesca malga, imboccate la carrareccia (sentiero 18) che scende lungo il Rio Stolla. Attraverserete qualche ponticello e un tratto leggermente franoso e ripido, poi il sentiero scende più dolce, la vallata si restringe, diviene una gola rocciosa, scavata dal torrente.
Man mano che si scende, il bosco domina sempre più il paesaggio.
Si attraversa la pista per gli slittini e lasciando la strada asfaltata sulla destra, si giunge al parcheggio di Ponticello.
Eccovi ora l'escursione virtuale!





Leggenda sulla Croda Rossa
A causa del loro colore grigio pallido le Dolomiti sono conosciute anche come "monti pallidi". Tuttavia proprio in mezzo a queste cime, sorgono alcune rocce di uno straordinario colore rosso come sulla Croda Rossa d'Ampezzo che si trova tra Braies e la Valle di Landro, al confine tra Alto Adige e Belluno.
Si narra che un tempo anche la Croda Rossa fosse pallida e priva delle sfumature rosse che ora la caratterizzano.
Proprio in questi luoghi abitava un’anguana, uno spirito solitario del bosco e dell’acqua.
Viveva tra queste rocce e a farle compagnia c’erano solo le marmotte.
Un giorno una donna con una bambina stava camminando tra queste montagne, la donna cadde a terra morta e l’Anguana decise di prendersi cura della bambina, la fece crescere tra le marmotte e imparò la loro lingua e addirittura a prendere le loro sembianze, l’Anguana chiamò la bambina, Moltina.
Alcuni anni dopo, il principe della casa reale Landrines andò a caccia nella foresta. Qui vide Moltina e, a prima vista se ne innamorò, lei però scappò spaventata. Il principe la cercò dappertutto e, infine gli apparve l’Anguana che diede al Principe il permesso di sposare Moltina e di portarla con lui al suo castello. Inizialmente la corte non fu molto entusiasta della scelta del principe, ma alla fine accettò la nuova arrivata.
Moltina era molto contenta e condivideva la sua felicità con marmotte, pascoli e fiori e rocce. La montagna, in accordo con Aguana, sembrava direttamente collegata con il destino della ragazza.
Il principe e Moltina si sposarono e si trasferirono insieme nel castello. Un giorno fu organizzata una grande festa e la regina cattiva della Bedoyeres, chiese ad ogni invitato di raccontare la storia dei propri antenati.  Quando fu la volta di Moltina, non seppe proprio cosa dire e il suo volto si tinse di rosso per la vergogna.
Tra lo stupore di tutti Moltina scappò e non tornò mai più al Castello e la montagna così legata a lei, la Croda Rossa d’Ampezzo, prese il suo stesso colore.
Il principe però seguì la sua amata in montagna, qui misero su famiglia e più tardi divennero il sovrani di Fanes. Il simbolo della loro casata divenne proprio la marmotta.

Alla prossima passeggiata,
Elisa.

mercoledì 9 ottobre 2013

Alta via Nord della Croda Rossa



Questa escursione circolare si trova in Val di Braies; non è frequentatissima, ma regala panorami e sensazione davvero straordinari!
Il percorso non è difficile, ma chi soffre di vertigini potrebbe avere qualche difficoltà in un breve tratto esposto, molto stretto, assicurato con fune metallica.
Si lascia l'auto nel parcheggio della località Ponticello 1491 m. e si sale a Prato Piazza 1991 m. con il bus navetta.
Troverete su un altopiano verdissimo; camminando sulla carrareccia pianeggiante  in direzione del Rifugio Prato Piazza, avrete il Picco di Vallandro, 2839 m. sulla vostra sinistra, l' imponente Croda Rossa, resa inconfondibile dalle sfumature rosa, sulla vostra destra.
Davanti a voi, alla stessa altezza, il Rifugio Vallandro 2050 m e il fortino risalente alla prima guerra mondiale che hanno come sfondo il Monte Cristallo 3221 m.
In circa 5 minuti si raggiuge il Rifugio Prato Piazza e qui, al bivio, dovrete svoltare a destra, seguendo le indicazioni per il sentiero n. 3 e Malga Stolla.
Il sentiero scende sul prato punteggiato da piccoli ricoveri in legno e risale su una collinetta sul lato opposto di Prato Piazza. Ogni volta che ripercorro questo sali scendi mi è impossibile non ricordare il cartoon "Heidi" e le corse che la protagonista faceva sui prati.. :D
Si entra in un boschetto molto rado e in circa 10 minuti si arriva alla suggestiva Malga Stolla a 1980m. incorniciata dall'imponente Croda Rossa. Qui dobbiamo lasciare la carrareccia che scende a Ponticello e proseguire sul sentiero n. 3 che sale posteriormente alla malga in direzione della Croda Rossa.
La vegetazione si fa sempre più rada man mano che proseguiamo la salita.
Sulla destra Prato Piazza rimane in basso rispetto a noi e alle nostre spalle compaiono le Tre Cime di Lavaredo, il Paterno, la Cima degli Scarperi.. Ovvero la magiche Dolomiti di Sesto.
il sentiero conduce a un paesaggio lunare e davvero caratteristico a causa della particolare geologia della Croda Rossa: quando la si ammira da lontano non si distinguono le stratificazioni orrizzontali e ondulato e non si distinguono le sue rientranze.
Il percorso sembra condurre al cuore della montagna; in alcuni punti si ha la sensazione di essere adagiati al suo grembo, circondati dal suo stretto abbraccio!
Il colore rosato sempre visibile dalle zone circostanti appare qui molto più vivo e scuro.. La Croda Rossa è proprio rossa!! Quando la salita termina, il sentiero oltrepassa una cengia a circa 2340 m. dalla quale la vista sulle Tre Cime è veramente da pelle d'oca! Sembra di avere davanti un quadro..
Ora procediamo su un ghiaione pianeggiante, lasciando il Picco di Vallandro alle nostre spalle sulla destra , in direzione nord si distingue la Val di Casies e davanti a noi la piccola Malga Cavallo.
Il sentiero piega improvvisamente sulla sinistra, raggirando uno sperone di roccia, si restringe molto e diviene esposto e franoso per cui è stata fissata alla roccia una fune metallica. Sopra alla nostra testa, tracce di gallerie e feritoie risalenti alla grande guerra. Superato il tratto assicurato da fune, il sentiero torna più comodo e su un piano erboso si giunge alla Malga Cavallo, a 2164m.
Sono passate circa tre ore dalla partenza da Prato Piazza e qui facciamo la sosta pranzo.
Rifocillati, imbocchiamo il sentiero n. 4, una comoda carrareccia che scende a Ponticello in circa un'ora e mezza.
Totale durata dell'escursione 4 ore e mezza;
dislivello: 400 m in salita; 900 m in discesa.
Potete effettuare l'escursione in senso opposto, ma in tal caso avrete un maggior dislivello in salita..
Vi consiglio di valutare bene le condizioni meteo: questo sentiero è SCONSIGLIATO in caso di maltempo!!
Vi propongo ora di percorrere virtualmente l'Alta via nord della Croda Rossa attraverso un video!


Alla prossima escursione,
Elisa.





lunedì 7 ottobre 2013

Rifugio Locatelli e la Val Sassovecchio


Dal Rifugio Auronzo al Rifugio Di Fondovalle passando per il Rifugio Locatelli e la Val Sassovecchio.

Ancora un'escursione tra le candide Dolomiti di Sesto.

Questa volta, a differenza dell'escursione precedente è necessario salire al Rifugio Auronzo (2320m.)con l'autobus in quanto l'escursione non è circolare.
Si segue il sentiero 101 che conduce al Rifugio Lavaredo (2344m.), ma stavolta, al bivio, si lascia il sentero 104 sulla destra e si prosegue in direzione della Forcella di Lavaredo in lieve salita, tra i ruderi della costruzioni della Grande Guerra.
Lo sguardo spazia dai Cadini di Misurina, alla nostra sinistra, alla Croda dei Toni e alla Croda di Passaporto davanti.
Salendo verso la forcella ci si lascia alle spalle e in basso il lago di Lavaredo.
Sulla Forcella, 2454 m. si ha la snsazione di toccare le celebri Tre Cime di Lavaredo!
Si  può seguire con lo sguardo il sentiero che costeggiando il Monte Paterno (2746 m.) ci condurrà al Rifugio Locatelli 2438 m.   
Impossibile non soffermarsi qualche minuto ad ammirare il panorama..
Oltre alle Tre Cime e al Paterno, si ergono davanti a noi il Gruppo dei Baranci e quello degli Scarperi! Le cime sembrano racchiuderci in un abbraccio!
Si prosegue su un comodo sentiero pianeggiante; troviamo una piccola salita solo a ridosso del Rifugio Locatelli.
Qui, dopo circa un'ora e mezza di cammino, ci fermiamo per il pranzo.. Ricorderete per sempre questo pranzo con vista sulle Tre Cime di Lavaredo, Cristallo e Croda Rossa!!
Incantevole la vallata che si apre appena al di là del rifugio: un vasto prato alpino, abbellito dai Laghi Ai Piani e dal profilo del Monte Paterno!
Riconosciamo il nostro sentiero, il 102, che ci farà scendere la Val Sassovecchio!
Dopo la sosta pranzo riprendiamo dunque la strada che ora è tutta in discesa.. Ma è ancora lunga! Finalmente è possibile camminare con più tranquillità perché la maggioranza dei turisti si ferma al Locatelli e per il rientro sceglie lo stesso percorso dell'andata o per il sentiero 105 che passa per la malga Lange, di cui parlerò in un'altra puntata!
La discesa è inizialmente molto dolce e attorno a noi, Il Monte Paterno e La Croda dei Toni, collegati dalla Forcella di Cengia sembrano stingerci in uno stretto abbraccio.. Anzi, quasi risucchiarci dentro di loro. Poi la discesa si fa un po' più scoscesa e il prato lascia il posto ai ghiaioni del Crodon di S. Candido a sinistra e quelli di Cima Uno, davanti a noi, sulla destra. Man mano che proseguiamo, ci appare una porzione sempre maggiore di Cima Undici.
Ora sulla destra, in lontanaza, sentiamo lo scroscio di una cascata. Bellissima!
Pocediamo tra i pini mughi finchè non entriamo nel bosco.. Ormai stiamo entrando in Val Fiscalina!
Sono trascorse due ore dalla nostra partenza dal Rifugio Locatelli quando arriviamo al Rifugio di Fondovalle! Conosco bene la Val Fiscalina e so che solo una comoda passeggiata di 20 minuti in piano mi separa dal Rifugio Piano Fiscalino, dove si trova la fermata degli autobus per cui mi concedo una pausa.. Te caldo e dolce! :))
Vi lascio alla visione del video che vi consentirà di percorrere l'intera escursione virtualmente! ;) 


Alla possima escursione,
Elisa