Come nell'escursione precedente, si parcheggia a Ponticello (Bruckele), si prende il bus per Prato Piazza e si raggiunge in circa 5 minuti il Rifugio Prato Piazza.
Stavolta proseguiamo dritti sulla carrareccia pianeggiante per raggiungere in circa 45 minuti il Rifugio Vallandro, 2040 m. e i ruderi del fortino austriaco risalente alla grande guerra.
La vista, lungo il tragitto, può godere di fantastico scorci sugli imponenti gruppi dolomitici della Croda Rossa d'Ampezzo, le Tofane, il Cristallo e, in lontananza, se l'aria è tersa, il profilo delle Tre Cime.
A questo punto, ripercorriamo a ritroso la strada appena fatta, ma alla staccionata posta di traverso sulla carrareccia, vale la pena salire i due-tre tornanti sui pascoli e fare una sosta alla Malga Prato Piazza.. Vista e palato verranno soddisfatti nel migliore dei modi!
Mangiato? Bene, ora non resta che rotolare.. Ehm.. scendere a valle!
Scesi i tornanti e recuperata la carrareccia, giriamo a destra, in direzione del Rifugio Prato Piazza. Al bivio che si trova in sua corrispondenza imbocchiamo il sentiero n. 18 che taglia il verdissimo prato punteggiato di casette di legno e ci conduce in 15 minuti di saliscendi alla Malga Cavallo
Giunti alla fiabesca malga, imboccate la carrareccia (sentiero 18) che scende lungo il Rio Stolla. Attraverserete qualche ponticello e un tratto leggermente franoso e ripido, poi il sentiero scende più dolce, la vallata si restringe, diviene una gola rocciosa, scavata dal torrente.
Man mano che si scende, il bosco domina sempre più il paesaggio.
Si attraversa la pista per gli slittini e lasciando la strada asfaltata sulla destra, si giunge al parcheggio di Ponticello.
Eccovi ora l'escursione virtuale!
Leggenda sulla Croda Rossa
A causa del loro colore grigio pallido le Dolomiti sono conosciute anche come "monti pallidi". Tuttavia proprio in mezzo a queste cime, sorgono alcune rocce di uno straordinario colore rosso come sulla Croda Rossa d'Ampezzo che si trova tra Braies e la Valle di Landro, al confine tra Alto Adige e Belluno.
Si narra che un tempo anche la Croda Rossa fosse pallida e priva delle sfumature rosse che ora la caratterizzano.
Proprio in questi luoghi abitava un’anguana, uno spirito solitario del bosco e dell’acqua.
Viveva tra queste rocce e a farle compagnia c’erano solo le marmotte.
Un giorno una donna con una bambina stava camminando tra queste montagne, la donna cadde a terra morta e l’Anguana decise di prendersi cura della bambina, la fece crescere tra le marmotte e imparò la loro lingua e addirittura a prendere le loro sembianze, l’Anguana chiamò la bambina, Moltina.
Alcuni anni dopo, il principe della casa reale Landrines andò a caccia nella foresta. Qui vide Moltina e, a prima vista se ne innamorò, lei però scappò spaventata. Il principe la cercò dappertutto e, infine gli apparve l’Anguana che diede al Principe il permesso di sposare Moltina e di portarla con lui al suo castello. Inizialmente la corte non fu molto entusiasta della scelta del principe, ma alla fine accettò la nuova arrivata.
Moltina era molto contenta e condivideva la sua felicità con marmotte, pascoli e fiori e rocce. La montagna, in accordo con Aguana, sembrava direttamente collegata con il destino della ragazza.
Il principe e Moltina si sposarono e si trasferirono insieme nel castello. Un giorno fu organizzata una grande festa e la regina cattiva della Bedoyeres, chiese ad ogni invitato di raccontare la storia dei propri antenati. Quando fu la volta di Moltina, non seppe proprio cosa dire e il suo volto si tinse di rosso per la vergogna.
Tra lo stupore di tutti Moltina scappò e non tornò mai più al Castello e la montagna così legata a lei, la Croda Rossa d’Ampezzo, prese il suo stesso colore.
Il principe però seguì la sua amata in montagna, qui misero su famiglia e più tardi divennero il sovrani di Fanes. Il simbolo della loro casata divenne proprio la marmotta.
Alla prossima passeggiata,
Elisa.