lunedì 25 novembre 2013

Rifugio Larcher al Cevedale e Laghi delle Marmotte, Lungo e Nero




Rimaniamo nel Parco Nazionale dello Stelvio, tra i ghiacciai dell'Ortles-Cevedale.
Per compiere questa escursione ci rechiamo in Val di Pejo; da Cogolo troviamo le indicazioni per Malga Mare, adibita ora a ristorante, e imbocchiamo una strada asfaltata (8 Km) che conduce al parcheggio nei pressi della centrale idroelettrica, a 1972 m. e lasciamo qui l'auto.
Incamminiamoci sulla mulattiera (sentiero 102) che sale tra una vegetazione rada, tra larici e pini cembri al Pian Venezia. Ignoriamo il sentiero 146 che svolta a destra.
Ora il  sentiero si restringe un po', si cammina su terra, ma è comunque molto comodo.
Si prosegue camminando sulla fiancata della montagna addentrandoci nella vallata fiancheggiata dalle maestose cime del Vioz (3645 m.) e del Cevedale ( 3769 m.).
Per tutto il tragitto ci terrà compagnia il rumore del torrente Noce Bianco che scorre sotto di noi e il fischio delle marmotte, che procedendo in silenzio, riuscirete ad individuare sui prati sotto a voi.
Dopo circa un'ora e tre quarti di cammino e dopo aver superato i 600 m. di dislivello, si raggiunge il Rifugio Larcher al Cevedale, 2608 m e la chiesetta che lo affianca.
Il ghiacciaio del Cevedale e il Palon è talmente vicino che sembra di toccarlo se si allunga una mano!
Dopo una breve pausa, tempo permettendo, consiglio di proseguire la salita sul sentiero 104 e compiere l'escursione circolare che costeggia Lago delle Marmotte (2704 m.), Lago Lungo (2553) e Lago Nero.
Il primo lago dista 45 minuti e da qui in poi si cammina sempre in discesa!
La vista spazia su panorami unici:
- in direzione nord vi è Cima Marmotta e Cima Lago Lungo;
- a est si innalzano Cima Careser, Cima Campisol e Cima Ponte Vecchio;
- in direzione ovest i ghiacciai del Vioz, del Cevedale e del Palon della Mare;
-in direzione sud, se l'aria è tersa si intravedono, in lontananza le Dolomiti di Brenta!

Volendo si può raggiungere anche l'enorme diga del Careser, ma io ho preferito seguire una traccia sull'erba che costeggia il Lago Nero e prendere il sentiero che scende ripido.. è più breve.

Per completare l'intero percorso si impiegano circa 7 ore.

Come sempre vi lascio il link per vivere virtualmente l'escursione descritta.


Buona passeggiata!
Elisa.







giovedì 21 novembre 2013

Solda: Rifugio Coston e Rifugio Mandriccio




Solda è un suggestivo paese in Val Venosta e all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio.
Non sembra di trovarsi a ben 1925 m. di altitudine perché il bosco è ancora presente anche oltre i 2000 m. e attorno al paese si innalzano imponenti vette che sfiorano i 4000 m. e sono ricoperte di neve anche in piena estate!
Sono proprio le cime del Monte Ortles (3905 m), Gran Zebrù (3859 m.) e Zebrù (3740 m.) a rendere possibile la presenza del bosco a quote superiori alla norma: sovrastando Solda sul versante settentrionale, impediscono ai freddi venti provenienti da nord di sferzare sul paesino!
Proprio per sue caratteristiche, Reinold Messner l'ha scelta per farvi pascolare il suo gregge di Yak, che non di rado si incontrano durante le escursioni in questa zona!
Non manca nulla: ghiacciai, Yak.. Sembra proprio di essere in Tibet!


Una delle escursioni più belle è quella che parte dalla stazione a monte della seggiovia Langenstein (Seggiovia Orso) 2330 m. , contrassegnata col numero 3, che conduce al Rifugio Coston, 2661 m. in circa un'ora e mezza.
Lasciato il Rifugio K2 alle nostre spalle, ci dirigiamo in direzione ovest.
Il sentiero sale leggermente e attraversa il ghiaione della Vedretta Fine del Mondo.
Questi nomi sono tutto un programma.. Attorno a noi, roccia, detriti morenici e silenzio. Successivamente si prosegue su alcune placche di roccia poi il sentiero si restringe e continuerà a strapiombo su Solda. I tratti più esposti sono assicurati con fini metalliche ma non presentano difficoltà.
Davanti a noi si erge l'imponente Monte Cevedale, 3769 m. coperto di neve.
Un breve tratto di discesa e compare il Rifugio Coston! Sul lato settentrionale è presente un laghetto che a seconda delle stagioni è più o meno esteso.
La parete del Gran Zebrù è a un palmo di mano!! Bellissima, selvaggia.. I suoi crepacci incombono sul rifugio.
Sembra di essere in un angolo del pianeta sconosciuto, isolato, dimenticato o abbandonato. 
Il rifugio è il punto di partenza per gli alpinisti che salgono sulla cima dell'Ortles.
Dopo esserci rifocillati, possiamo tornare  per la stessa via dell'andata o con il sentiero numero 2 che costeggia il laghetto di sopra e di sotto e scende a serpentine alla stazione intermedia delle funivia 2200 m. che ci permetterà di scendere in paese.
Eccovi il video per compiere l'escursione virtualmente!





E ora un'altra meritevole escursione a Solda: Rifugio Città di Milano- Rifugio Madriccio!
Saliamo con la funivia; rimaniamo a bordo quando fa sosta alla stazione intermedia e scendiamo al Rifugio Città di Milano, 2681 m. Davanti a noi la vetta imbiancata del Monte Cevedale 3769 m.!
Imbocchiamo il comodo sentiero n. 151 che procede sul prato in lieve salita e conduce al Rifugio Madriccio, 2818 m., in circa 45 minuti. Accanto si può ammirare un bel laghetto.
La vista spazia sul gruppo del Zebrù (3740 m) e Gran Zebrù (3859 m) in direzione nord, la cima di Solda (3376 m) a ovest.
Il ritorno avviene sullo stesso sentiero dell'andata.
Il video per la passeggiata virtuale è il medesimo; le immagine del sentiero 151 iniziano al minuto 1.09!
 Video del sentiero

Alla prossima escursione,
Elisa











venerdì 15 novembre 2013

Maghe Venegia e Venegiota: passeggiata sulla neve.





La Val Venegia fa parte del Parco naturale di Paneveggio ed è racchiusa dalla catena settentrionale delle Pale di San Martino, il Castelaz e la Costazza.
è un'attrattiva sia per le passeggiate estive che per quelle invernali! Io ho scelto la seconda opzione!
 Imboccata la strada provinciale 81, in direzione di Agordo, troverete le indicazioni per il parcheggio e per i sentieri sulla vostra destra.
Lasciata l'auto, ho indossato dei semplici scarponi da trekking; non c'è necessità di ciaspole perché il percorso è pianeggiante e il sentiero viene battuto dai gestori della Malga.
A volte è percorribile anche un piacevole e suggestivo sentiero nel bosco che rimane sulla sinistra rispetto al percorso, più largo, che costeggia il torrente.
Qualunque percorso scegliate, il sentiero non presenterà alcuna difficoltà.
La visuale sarà dominata dal Gruppo del Focobon, davanti a voi.
In circa 30 minuti raggiungerete Malga Venegia, 1778 m. aperta anche in inverno, ma solo durante il weekend!
La cucina è ottima e l'ambiente riscaldato dalla stufa in ceramica e dal caminetto è molto accogliente!
Volendo si può proseguire e si arriva in circa 20 minuti a Malga Venegiota, 1824 m. ancora senza difficoltà nonostante non abbia le ciaspole ai piedi.
Quest'ultima però è chiusa d'inverno!
Il ritorno avviene per lo stesso percorso dell'andata.

Per chi volesse effettuare un percorso più lungo, vale la pena proseguire ancora: vi attende Baita Segantini 2170 m.
Per affrontare questa salita però sono necessarie le ciaspole o gli sci per alpinismo!

Eccovi il video con la passeggiata virtuale fino alle prime due malghe.




Alla prossima avventura,
Elisa.



giovedì 14 novembre 2013

Giro del Lago di Braies e Malga Foresta

Chi ama la montagna sa che ogni località è dotata di fascino e ha già ammirato panorami da pelle d'oca.. Ma la Val di Braies è unica! Il Lago di Braies e Prato Piazza sono luoghi straordinari, con un'atmosfera fiabesca che non si ritrova in altre valli e sono in grado di suscitare emozioni che non scorderete mai.
Lasciata l'auto in uno dei parcheggi nei pressi dell'Hotel Lago di Braies a 1496 m. si imbocca il comodo sentiero che compie il giro del lago in circa un'ora.
Appena il lago compare si rimane colpiti dal suo intenso colore verde smeraldo e dall'imponenza della Croda del Becco, 2810 m. sul versante meridionale che si specchia sulla superficie dell'acqua.
Il giro può essere compiuto indifferentemente nei due sensi.
Volendo prendere la deviazione per Malga Foresta, ho preferito partire dal versante occidentale.
Si passa accanto ad una piccola cappella e si prosegue con un dolce sali scendi fino ad una radura con una spiaggetta. Qui vi è un bivio: a sinistra si prosegue il giro del lago, a destra si imbocca la bellissima vallata (Val Foresta) che accoglie Malga Foresta.
Il sentiero sale leggermente tra larici radi; sulla sinistra ci affianca la selvaggia parete sud della Croda del Becco. A partire dal bivio, si raggiunge la malga in circa 15 minuti.
Qui è possibile mangiare un piatto tipico, ma sarà molto suggestivo anche fare un picnic sul prato.
Dopo pranzo torniamo al bivio sul lago e imbocchiamo il sentiero che completa il giro.
Il versante orientale del lago è un po' più impegnativo rispetto a quello occidentale, ma non è difficile. Si tratta solo di compiere un breve tratto di salita.. Sul punto più alto la visuale sul lago vi lascerà veramente a bocca aperta!!
Si prosegue poi in discesa verso il versante nord del lago, quella più suggestiva, a mio parere. Qui il lago va stringendosi e forma una stretta insenatura in cui l'acqua ha una minor profondità.
Lo scorcio sulla Croda del Becco attraverso i pini è fantastico.
Si costeggia l'attracco delle canoe che possono essere noleggiate e si fa ritorno all'Hotel Lago di Braies.
L'attracco delle imbarcazioni è un luogo molto noto per essere uno dei set cinematografici della fiction "Ad un passo dal Cielo". Per questo, negli ultimi anni è preso d'assalto dai fan della serie televisiva che non resistono alla tentazione di scattare una foto ricordo sul pontile.
Eccovi il video che vi consentirà di percorrere virtualmente questa rilassante passeggiata.



Leggenda sull'origine del Lago di Braies.
La leggenda vuole che la vallata di Braies fosse abitata da alcuni selvaggi di brutto aspetto che custodivano l'oro presente nelle vicine montagne.
 Per queste figure l'oro era prezioso per il suo splendore ma li rendeva duri nell'animo.
Quando apparvero nella valle alcuni allevatori assieme al loro bestiame, le figure selvagge regalarono loro alcuni oggetti prodotti con il loro oro. Gli allevatori vedendo tale abbondanza d'oro divennero avidi ed iniziarono ad impadronirsi della materia prima, rubandola alla popolazione dei selvaggi.
 La popolazione dei selvaggi decise di impedire agli allevatori di raggiungere le montagne e fecero sgorgare alcune sorgenti d'acqua, che crearono a valle il lago di Braies, che impediva agli allevatori di poter rubare ulteriormente l'oro ai selvaggi.

mercoledì 13 novembre 2013

Passo Sommo-Forte Cherle.



Facilissima passeggiata nel bosco, molto suggestiva in autunno.
Si parte da Passo Sommo (Trento), 1341 m.
Imbocchiamo la carrozzabile accanto al bar "Chalet" ed entriamo subito nel bosco. Dopo pochi metri possiamo ammirare uno scorcio:
- davanti a noi, in direzione ovest, il paese di Folgaria con lo sfondo del gruppo della Presanella.
- sulla destra il Monte Cornetto (sulla radura poco più alta rispetto a noi, si riconosce anche il Rifugio Paradiso, 1650 m)
- sulla sinistra le piste da sci di Costa di Folgaria.
Proseguiamo il nostro itinerario quasi pianeggiante.. Non ci sono montagne imponenti da ammirare, ma in autunno questo percorso regala ugualmente grandi soddisfazioni grazie ai contrasti cromatici e ai giochi di luci e ombre.
A novembre non ho incrociato nessuno.. Silenzio e tranquillità assoluta!!
Sopra di me solo il cielo blu e un sole che, nonostante l'autunno inoltrato, scalda ancora e abbaglia.
Ma all'interno del fitto bosco è quasi notte..
Il sottobosco è un tappeto di foglioline marroni.
Appenna superato una costruzione risalente alla Grande Guerra, incontriamo un bivio nei pressi di una pista da sci: dritti si va all'ex ospedale austroungarico, noi invece svoltiamo sulla destra, seguendo le indicazioni per il Rifugio Stella d'Italia.
La vegetazione prima mista ora lascia il posto a pini e larici. è un'espolosione di colore: il bosco sembra a pois! I pini di colore verde scuro e i larici dorati si alternano in una tavolozza allegrissima.
Ora intravediamo le piste da sci di Fondo Grande- Fondo Piccolo sulla nostra destra e in circa 50 minuti dalla nostra partenza raggiungiamo il Rifugio Stella d'Italia, 1550 m.
Dalla terrazza panoramica la visuale è incantevole: in primo piano il Monte Baldo; dietro ad esso il gruppo della Presanella, imbiancato e poco più a destra il gruppo delle Dolomiti di Brenta.
Ancora 15 minuti e giungiamo al Forte Cherle, noto anche come Forte Sommo Alto.
La struttura è parzialmente crollata, ma è possibile entrare e farvi un giro ai due piani all'interno.
Dentro si trova anche il tunnel che scende nel sottosuolo e che costituiva una via di fuga per i soldati.
è tuttora aperto e percorribile, ma mancando l'illuminazione ho preferito non inoltrarmi.
è invece carino salire al secondo piano e uscire all'esterno percorrendo la scalinata a nord.
Da qui si possono sono visibili:
- il Monte Baldo e i gruppi della Presanella e delle Dolomiti di Brenta, in direzione ovest;
- il Lagorai e la Marmolada in direzione nord;
- L'altipiano di Asiago in direzione est.
Il ritorno avviene per la stessa strada dell'andata.
Vi lascio ora alla visione del video con cui potrete percorrere virtualmente il sentiero e la visita al Forte Cherle e ammirare il fascino del bosco in autunno!



Nella sua struttura Forte Cherle ricalca il modello di tutti gli altri forti lungo la linea difensiva che vedeva a terra i locali di servizio (centrale elettrica, telefonica, depositi, infermeria comando e guarnigione) con casematte in pietra coperte in cemento e a distanza di sicurezza si trovavano le cupole dei cannoni e le postazioni di mitragliatrici.

Progettato dall'Ing. Eugen Luschinski prese il soprannome di forte werk Sebastian a 1445 m. Anche questo come gli altri, era autonomo di viveri e munizioni. Disponeva di un capiente deposito di acqua alimentato da un acquedotto che prelevava acqua dal torrente Astico, con cisterne di carburante per il funzioanmento del gruppo elettrogeno, deposito di munizioni, stazione telefonica, e due postazioni ottiche rivolte verso Forte Sommo e monte Rust.

A est si avvaleva di una postazione avanzata dove in caso di necessità attraverso un tunnel sotterraneo avveniva la rapida evacuazione dei Militari.

 Dalla frazione di Cueli una teleferica saliva il versante settentrionale permettendone i rifornimenti quando scarsi.

 Era un forte di prima linea che venne ampliamente bombardato e tenuto sotto tiro italiano dalle vicine postazioni presenti a Campomolon, Coston d'Arsiero, Monte Coston, e Costa d'Agra.

 Era Comandato dal Capitano Edmund Proksch. Dotato di una difesa passiva costituita dal fossato e ampi reticolati tutti attorno. Quattro gli obici collocati nella batteria del Traditor della casamatta e due cannoni per la difesa ravvicinata.

Con il Forte Somma a 1614 m. teneva sotto controllo il passo della Borcola e le zoen antistanti. Il puzzo dello scoppio delle granate era notevole in quanto si trattava di ecrasite. Venivano sparati contro le linee italiane anche proiettili illuminanti e i famosi schrapnel a tiro si sbarramento.



 
Alla prossima escursione,
Elisa.

martedì 5 novembre 2013

Val di Casies: Malga Ascht


Ancora una passeggiata tra i pascoli della Val di Casies!
Lasciata l'auto alla stazione a monte dello skilift di Santa Maddalena, imbocchiamo il sentiero n. 10.
Si tratta di una carrozzabile che sale moderatamente. La vegetazione non è fitta per cui possiamo goderci la visuale:
-in direzione sud si riconoscono alcuni paesini della Val di Casies e in lontananza la magnifica Croda Rossa d'Ampezzo.
-A est la vallata del  Rio Tscharniet di cui ho parlato nell'escursione alla Malga Stumpf.
-Sotto di noi, i tetti delle abitazioni di Santa Maddalena.
In circa 45 minuti raggiungiamo Malga Ascht, 1950 m. dove è possibile pranzare con piatti tipici.
Bellissima la visuale della sua terrazza!
Il ritorno si effettua per lo stesso sentiero dell'andata.
Eccovi ora il video per compiere virtualmente questa facile passeggiata: ne vedrete le immagini a partire dal minuto 2.00.


Alla prossima passeggiata,
Elisa.

lunedì 4 novembre 2013

Val di Casies: Malga Kradorfer e Malga Messner

Questa è una facile passeggiata per famiglie che volendo può costituire un percorso circolare.
Si lascia l'auto nei pressi del Rifugio di Fondovalle, 1465 m., a Santa Maddalena, l'ultimo paese della Val di Casies.
Si prosegue sulla strada asfaltata in direzione nord per circa 10 min. fino al divieto di transito per le macchine. Dopo breve tempo si incontra un bivio: si può proseguire sulla strada asfaltata fino alla Malga Messner e da lì proseguire sulla carrareccia fino alla Kradorfer alm, ma è piuttosto noioso.. A meno che non abbiate con voi un passeggino, consiglio di svoltare a destra e imboccare il "sentiero degli scoiattoli" (sentiero 49)! Dopo pochi metri si attraversa un ponte sul torrente e poi ci si addentra in un suggestivo boschetto! Questo è l'unico breve tratto di salita vera e propria. Appena si esce dal boschetto il sentiero diviene pianeggiante e attraverso i pascoli sale fino al Malga Kradorfer, 1704 m.
La si raggiunge in circa 50 minuti dalla partenza. Attorno ad essa troverete vari recenti con animali domestici (capre, maialini..).
Sarà molto rustico e suggestivo gustare un piatto tipico nelle casette in legno: ogni casetta un tavolo!
A pancia piena scendiamo per la carrareccia in direzione ovest rispetto alla malga.
Soli pochi minuti in leggera discesa e i lama di malga Messner 1659 m. ci daranno il benvenuto! Anche qui è possibile pranzare con piatti caldi.
Per il rientro abbiamo due scelte: la strada asfaltata o il sentiero 53 che però richiederà ancora un po' di salita.
E ora il video per l'escursione virtuale!


Alla prossima avventura!
Elisa.

domenica 3 novembre 2013

Giro delle malghe in Val di Casies: Stumpf, Kaser e Pfoi alm



La Val di Casies è il paradiso degli amanti dei boschi e del verde!
Vista la ricchezza di pascoli, troverete numerose malghe in cui è anche possibile gustare un buon piatto tipico!
Tra le passeggiate più famose in zona vi è il sentiero circolare che collega le malghe Stumpf, Kaser, Pfoi e Uwald.
Si parcheggia nei pressi del Rifugio di Fondovalle, a S. Maddalena, l'ultimo paese della valle, a 1465 m. Troverete le indicazioni per varie malghe, ma noi oggi scegliamo il sentiero n.47.
Il primo tratto è asfaltato e sale moderatamente costeggiando il tracciato dello slittino utilizzato d'inverno. Raggiungiamo un ponte che consente di attraversare il Rio Tscharniet da cui prende il nome la vallata.
La salita prosegue su una carrozzabile e in circa un'ora e mezza raggiungiamo la prima malga chiamata Stumpf, 1968 m. Qui la vegetazione si dirada e lascia posto ai pascoli, così possiamo ammirare dall'alto qualche scorcio sulla verdissima Val di Casies.
 Siamo in quota ormai, la salita è finita, per cui vale la pena proseguire e completare il circuito invece di tornare a valle per la strada appena percorsa.
Proseguiamo sulla carrareccia che da qui è piuttosto pianeggiante e in circa 30 minuti conquistiamo anche la seconda malga: Kaser, 2076 m.
A questo punto inizia la discesa. Si imbocca uno stretto sentiero, circondato da rododendri e una vegetazione molto rigogliosa.
In circa 30 minuti usciamo dal boschetto e torniamo sulla carrozzabile.
In basso riconosciamo S. Maddalena, mentre in direzione nord, in lieve salita si raggiunge Malga Pfoi. ATTENZIONE: questa, contrariamente alle prime due malghe, non offre il servizio ristorazione!!
Da qui possiamo scegliere di fare rientro a valle o salire a Malga Uwald, 2042 m. in circa 30 minuti.
Le condizioni meteo avverse mi hanno costretta a scendere senza vedere quest'ultima meta.. Ci dovrò tornare!
Scendendo si trova un bivio: a destra continua la carrareccia, a sinistra invece il sentiero, un po' più stretto si addentra nel bosco. Entrambe portano a S. Maddalena, potete scegliere quella che volete!
Io ho proseguito nel bosco, con la variante indicata dal cartello come "scorciatoia".
Costeggiando un torrente si conclude la nostra passeggiata in circa 40 minuti.
è giunto il momento di salutarci per oggi.
Vi lascio ora alla visione del video, per chi volesse avventurarsi sulla passeggiata virtualmente!



Alla prossima escursione,
Elisa.