lunedì 28 ottobre 2013

Langalm, Tre Cime di Lavaredo


Le Tre Cime di Lavaredo: simbolo delle Dolomiti.
Sono molti i percorsi che si snodano attorno queste famose vette, tutti famosi e molto frequentati.. Anche troppo.
Ce n'è uno però che poche persone conoscono: è il sentiero n. 4 che dal Rifugio Auronzo 2320 m. conduce, quasi pianeggiante, alla Malga Lange raggirando il versante occidentale delle Tre Cime.
Dal parcheggio più a ovest si intravede il sentiero che taglia il prato. Ci incamminiamo con una splendida visuale:
-alla nostra destra abbiamo il versante settentrionale delle Tre Cime;
-davanti a noi si erge la maestosa Croda Rossa;
-a sinistra, a valle, si riconosce il Lago di Misurina;
-in direzione sud riconosciamo il Cristallo e le frastagliate vette dei Cadini;
-alle nostre spalle lasciamo la Croda di Passaporto e la Croda dei Toni.
Dopo circa 10 minuti troviamo una staccionata e da il sentiero prende la direzione nord, cambiando versante.
Lasciamo il prato e proseguiamo sul ghiaione del versante occidentale delle Tre Cime.
La Croda Rossa è ora molto più vicina a noi e davanti ammiriamo il Gruppo dei Baranci e la Torre degli Scarperi.
Raggiungiamo il versante settentrionale delle Tre Cime e finalmente le vediamo, verticali, lisce.. Bellissime.
Gli occhi corrono ora a destra perché in ogni direzione si ergono montagne degne di foto e attenzione.
Ora camminiamo in lieve discesa sul prato sottostante alle Tre Cime, parallelamente ad esse e raggiungiamo tre piccoli specchi d'acqua.
Davanti a noi ammiriamo il Monte Paterno e, in lontananza, è visibile il Rifugio Locatelli.
Ancora pochi metri e, a circa 40 minuti dalla partenza, appare la caratteristica Malga Lange, 2240 m. dove è possibile gustare un pasto caldo.
Per il rientro si può scegliere tra due soluzioni:
* ripercorrere lo stesso sentiero in senso invers;
oppure
* imboccare il sentiero 101 che conduce al Rifugio Locatelli e da qui, concludere l'escursione circolare attorno alle Tre Cime con la carrareccia n. 105 che riconduce al Rifugio Auronzo passando per la Forcella e il Rifugio Lavaredo, in circa due ore.
Per chi volesse intraprendere l'escursione virtualmente, eccovi il video!



Alla prossima avventura,
Elisa.

venerdì 25 ottobre 2013

Rifugio Città di Carpi






I panorami visibili nel corso di questa facile passeggiata non si scordano più!
Siamo a Misurina, ai piedi dei Cadini.
Prendiamo la seggiovia che parte dal lato meridionale del lago e saliamo al Rifugio Col de Varda, 2106 m. e imbocchiamo il sentiero 117 che inizia con una discreta discesa. I vostri occhi avranno un gran da fare..
Da nord a sud potranno ammirare la Torre degli Scarperi, il gruppo dei Baranci, Picco di Vallandro, il Monte Piana, Il Cristallo e Cristallino, il Sorapis e il gruppo delle Marmarole!
Proseguiamo poi su un tratto pianeggiante con una vegetazione rada.
Qui, a sinistra, potremo goderci una magnifica visuale sui Cadini e sui resti delle costruzioni risalenti alla prima guerra mondiale sulle loro cime, mentre sulla destra siamo ancora ancora in compagnia delle Mrmarole e dell'Antelao.
Affrontiamo ora una leggera salita nel bosco e, quando ne usciamo, ci troviamo già sui prati che circondano il rifugio Città di Carpi, 2110 m.
è trascorsa poco più di un'ora dalla partenza.
Ci rifocilliamo e ammiriamo il panorama!
Verso sud sono ancora visibili le Marmarole e l'Antelao; Alle spalle del rifugio, sopra ai pini mughi, si staglia il Cadin S. Lucano: alto, frastagliato con sfumature cromatiche uniche che variano dal bianco al rosa tenue.
In direzione nord invece riconosciamo la Croda dei Toni, appartenente alle Dolomiti di Sesto.
Si torna per lo stesso percorso dell'andata.
Dal rifugio è ben visibile la Forcella della Neve (2471 m) con la caratteristica piccola guglia che la affianca. Se avete un po' di tempo, vale la pena raggiungerla prima di intraprendere la via del ritorno!
Per salire alla Forcella della Neve si imbocca direttamente il sentiero 118.
Dopo essere risaliti tra verdi prati si arriva alla selletta Alta di Maraia dove il panorama è ancor più spettacolare, quindi si scende tra i massi del Cadin de le Pere e si inizia a penetrare nel cuore vero di queste montagne, addentrandoci in un canalone tra il Cadin della Neve e il Cadin di Misurina a sinistra e il Cadin di San Lucano, sulla destra.
Si prosegue fino ad incrociare sulla destra i due rami del più impegnativo sentiero attrezzato Durissini proveniente dal Rifugio Fonda Savio che aggira completamente i Cadini di San Lucano, uno, quello orientale, che scende dalla Forcella Cristina (sentiero 112b), l’altro, quello occidentale, (sentiero 116) che scende dalla Forcella del Nevaio (da non confondere con la Forcella della Neve dove siamo diretti).
Si continua in direzione del sentiero 118 e si raggiunge quindi la stretta incisione della Forcella della Neve, a quota 2471 m. che raggiungiamo in poco più di un'ora dal rifugio Città di Carpi.
è magnifico trovarsi tra pinnacoli e pareti rocciose incise in forme spettacolari, la Cima Antonio Giovanni a sinistra, e sulla destra Punta e Forcella Verzi, Campanile Dulfer, Cima Eotvos, intitolati agli alpinisti di fine Ottocento che per primi hanno scalato queste splendide montagne.
La forcella è una splendida finestra che si apre a nord verso il Monte Piana, dietro al quale spunta il Picco di Vallandro, e a sud verso il Rifugio Città di Carpi e le Marmarole.
Da qui si può fare ritorno al Rifugio Città di Carpi o fiato e gambe permettendo, si può scendere a piedi fino al lago di Misurina.
E ora ecco il video che vi permetterà di effettuare l'escursione fino al Rifugio Città di Carpi virtualmente!


Alla prossima escursione,
Elisa.


  

martedì 22 ottobre 2013

Rifugio Fonda Savio




Il sentiero n. 115 è l'unico a condurre al Rifugio Fonda Savio, 2367 m, senza bisogno di imbragatura o vie attrezzate. Il rifugio, adagiato su passo dei Tocci
In auto, raggiungiamo la località Carbonin, nei pressi di Misurina e giriamo in direzione Rifugio Auronzo-Tre Cime. Dopo pochi metri, prima del Lago d'Antorno, incontreremo un cartello con la foto del rifugio e che indica di svoltare a destra e parcheggiare.
L'escursione inizia su una comoda carrareccia (segnavia 115) ombreggiata e quasi pianeggiante fino al prato chiamato Pian degli Spiriti, 1830 m che si raggiunge in pochi minuti.
Attraversato imbocchiamo un sentiero un po' più stretto che comincia a salire in un boschetto rado. Man mano che si sale, si apre la vista sul Cristallo e alle nostre spalle e su alcune guglie dei Cadini di Misurina.
Con una serie di tornanti (evitare le scorciatoie) ci portiamo a sinistra sotto le rocce del Col dei Tocci.
Il bosco comincia a diradarsi mentre ci spostiamo in diagonale, sulla destra, verso la Cima d’Antorno, e riprendiamo a ampi tornanti fino a superare il gradone che ci porta nel Ciadin dei Tocci (2140 m., 50 minuti), dal quale cominciamo a vedere il Rifugio F.lli Fonda Savio, posto in alto.
Da qui possiamo ammirare:
- il Monte Piana, la Marmolada, la Croda Rossa in direzione ovest;
-Gruppo dei Baranci, Torre degli Scarperi e una porzione delle Tre Cime di Lavaredo;
-Cima d'Antorno (gruppo dei Cadini) in direzione sud e Torre di Wundt.
Proseguiamo addentrandoci nel Cadin dei Tocci. Le cime che ci circondano sono maestose e si ha la sensazione di essere racchiusi nel loro abbraccio.
è pèossibile seguire con lo sguardo il percorso del sentiero:
si sposta a sinistra contornando una zona di massi e un avvallamento, poi si porta sotto un ghiaione verso le Cime Cadin dei Tocci e la Torre Wundt.
Proseguiamo! Man mano che ci addentriamo nel Cadin dei Tocci possiamo intravedere qualche escursionista sul versante opposto al nostro impegnato sul ghiaione che porta alla Forcella del Diavolo. Il rifugio e il Ciadin del Nevaio sono sempre più vicini!
Arriviamo ad un bivio in cui ignoriamo le indicazioni per il sentiero 117 che si dirige a destra e porta a Forcella del Diavolo; il rifugio è esattamente sopra alla nostra testa e per raggiungerlo occorre risalire alcune roccette aiutati da un sentiero gradinato assicurato da funi in acciaio.
A circa due ore dalla partenza, ci siamo!!
Ma VALE LA PENA salire ancora qualche passo, sopra al dossetto roccioso alle spalle del rifugio perché da lassù si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo, la Croda dei Toni e il sentiero attrezzato Durissini che sale a tornanti il Cadin.
Il ritorno avviene sullo stesso percorso dell'andata!
E ora percorriamo virtualmente questo bellissimo percorso!



Alla prossima escursione,
Elisa.

lunedì 21 ottobre 2013

Rifugio Sillianer






Il rifugio Sillianer, 2447 m, è già visibile da valle, a Sesto: alto, nero, adagiato sulla Cresta Carnica.. Quasi come un corvo! Devo ammettere che guadarlo da valle incute un po' di inquietudine..
Per raggiungerlo si può salire con la funivia di Versciaco o con quella di Sesto; le loro stazioni a monte distano solo pochi metri l'una dall'altra, a 2050 m. sono separate solo dal ristorante Monte Elmo.
Imbocchiamo la carrareccia n. 4 che in leggera salita ci conduce al rustico rifugio Gallo Cedrone, 2200 m. in circa 30 minuti. Siamo ormai al di sopra del bosco e iniziamo a goderci il panorama.
Il sentiero (molto soleggiato!) prosegue seguendo la costa della montagna e raggiungiamo un bivio.
Ignoriamo il sentiero 3a che si inerpica abbastanza verticalmente sul prato e che conduce alla casetta sulla vetta del Monte Elmo (2432 m.), una stazione doganale ora abbandonata e proseguiamo invece sulla nostra carrozzabile in direzione est.
Continuiamo sempre in moderata salita fino a guadagnare la cresta di confine. Ogni tanto, a distanza regolare, troverete dei piccoli marmetti bianchi: segnano il confine italo-austriaco!
Se li guardate da sud vi leggerete una I che sta per "Italia", se li guardate da nord vi leggerete una O che sta per "Osterreich"! Mi raccomando non spostateli!! Per disporli così hanno fatto una guerra!
Qui il panorama è veramente da ammirare a 360°!
-A nord il monte Dobratsch in Carinzia e i ghiacciai del Grossglockner e del Grossvenediger
-A ovest riconoscerete le cime imbiancate del gruppo del Cevedale
-A sud le magnifiche Dolomiti di Sesto che costituiscono una meridiana naturale e i Baranci
-A est i Tauri e i monti di Sappada.
Tutto ciò è all'altezza dei vostri occhi.. Ma sotto di voi il panorama non è da trascurare: potrete seguire con lo sguardo la verde Val Pusteria fino a Plan di Corones e giocare a riconoscere i campanili dei vari paesi.
Continuiamo ora su un sentiero in terra battuta e un po' più pianeggiante. Compare davanti a noi e un po' più alto rispetto a noi il Rifugio Sillianer.
Attraversato un verde pianoro con il piccolo lago Fullhornsee, si realizza che il rifugio è ora davvero vicino, ma per raggiungerlo è necessario affrontare 3-4 tornanti in salita. Coraggio, un ultimo sforzo, ma ne vale davvero la pena! In direzione sud potrete scorgere anche una porzione delle magnifiche Tre Cime di Lavaredo!
Il rifugio Sillianer è in territorio austriaco, a un'ora o poco più di cammino dal Rifugio Gallo Cedrone.
Tempo, fiato e gambe permettendo potete proseguire ancora un po' e in circa 30 minuti raggiungere il Monte Arnese, 2550 m.
Il rientro avviene sulla stessa via dell'andata.
E dopo questa rapida descrizione è giunto il momento di effettuare virtualmente l'escursione:


Alla prossima escursione,
Elisa.


venerdì 18 ottobre 2013

Rifugio Larici: passeggiata sul Monte Elmo al disgelo.



Rimaniamo in Alta Val Pusteria e sulla Cresta Carnica!
Ho ripetuto questa passeggiata più volte, in stagioni diverse e mi ha sempre sorpresa!
Si parte da Sesto-Sexten, 1310 m: salite via Europa e quando termina la strada asfaltata, nei pressi dell'albergo Gruber, troverete l'inizio del percorso, segnavia n. 13.
Si sale nel bosco fino alla località Panorama, un piccolo borgo di masi molto panoramico a 1530 m, con il forte Mitterberg risalente alla prima guerra mondiale.
- in direzione sud si può ammirare la Meridiana di Sesto:
la Meridiana di Sesto non è un dipinto su una facciata, ma un monumento naturale che non ha pari. È composta da Cima Nove, Cima Dieci, Cima Undici, Cima Dodici e Cima Una.
Caratteristici per la Cima Nove (2.582 m) sono gli strati di sedimentazione che sono visibili anche da lontano; è il membro più basso della meridiana di Sesto.
La Cima Dieci, detta anche Croda Rossa (2.965 m), rappresenta il pilone est delle Dolomiti di Sesto e venne asceso per la prima volta da Michel Innerkofler e Roland von Eötvös nel 1878.
La Cima Undici (3.068 m) è la cima principale del gruppo delle Undici. Questa cima è riservata ad alpinisti esperti e presenta reperti storici risalenti alla seconda guerra mondiale.
La Cima Dodici si trova al confine bellunese, la cima principale è alta 2,917 m. La Cima Una invece è nota in tutto il mondo al più tardi dal 2007, quando un’enorme frana di sassi si è staccata da questa cima che ha coperto la Val Fiscalina di polvere. Questa frana ha lasciato tracce sulla parete della Cima Una che sono visibili ancora oggi.
Come funziona la meridiana di Sesto? Osservando il corso del sole da valle, si puòconstatare che coincide con il nome delle montagne. Al solstizio d’inverno, a mezzogiorno il sole si trova esattamente sopra la Cima Dieci, alle una invece sopra la Cima Una. Vale lo stesso principio anche per queste cime. 
Presumibilmente anche il nome del paese di Sesto deriva dalla Cima Dodici. Il popolo Romano aveva un altro concetto di tempo e chiamarono l’ora di mezzogiorno “sesta ora”, da questo fatto potrebbe derivare il nome del paese di Sesto.
-in direzione nord invece, sopra alla vostra testa, potrete vedere la casermetta di confine della Guardia di Finanza in cima al Monte Elmo, 2434 m., facente parte della Cresta Carnica.
Ma torniamo al sentiero! Si percorre un breve tratto di strada asfaltata che taglia i pascoli per poi proseguire su una carrareccia (sentiero 4c) tra i larici che non essendo particolarmente fitti consentono ancora di ammirare le Dolomiti di Sesto. Siamo ancora in salita, ma non ripida.
Raggiungiamo una bellissima radura verde con alcuni piccoli masi di legno con funzione di ricovero attrezzi. Qui, a seconda della stagione, vedrete colori diversi ma sempre tali da indurre stupore: si va dalla prevalenza del verde brillante in estate, alle tonalità dell'oro dei larici in autunno, al viola dei Crocus che nascono non appena la neve si scioglie in primavera.
Ancora un tornante e, dopo circa 2 ore di cammino, ci appare il Rifugio Larice, 1850 m che prende il nome dal tipo di conifera prevalente in quella zona. Fuori ci sono vari animali domestici: caprette, maialini, conigli, pony..
Da qui si può scegliere se tornare per la stessa strada fatta all'andata o proseguire l'escursione compiendo un circuito che torna a valle passando per il Rifugio Pendio Monte Elmo, 1610 m.
Personalmente vi consiglio la seconda soluzione perché appena superato il rifugio, in lieve discesa, vi attende un tratto fiabesco: si cammina su ponticelli di legno con scorci sulla Val Fiscalina e la Cima di Sesto! Si prosegue sul sentiero che scende costeggiando alcune piste da sci e in circa un'ora si raggiunge il Rifugio Pendio Monte Elmo.
Da qui potete scendere a Moso con il sentiero 3a e rientrare a Sesto con l'autobus o tornare alla località Panorama in circa 10 minuti, senza più passare per il Rifugio Larice, e scendere a Sesto con lo stesso sentiero 13 dell'andata. 
Potete ora percorrere virtualmente l'escursione nella versione "primaverile".


Alla prossima escursione,
Elisa.

mercoledì 16 ottobre 2013

Malga Coltrondo



Un'altra bella escursione circolare che parte dal Passo Montecroce, 1636 m.!
Come visto per la precedente passeggiata, si sale con la carrareccia n. 131 fino alla Malga Nemes, 1887 m. Stavolta seguiamo le indicazioni per Malga Coltrondo (sentiero 156) e ci dirigiamo quindi in direzione est. Si tagliano i pascoli di Malga Nemes, e si entra in un boschetto dove ci attende una breve e moderata salita. Poi il bosco si dirada e compare la Malga Coltrondo, 1880 m, che raggiungiamo scendendo una collinetta dove spesso pascolano le mucche.
 Il tragitto che separa le due malghe richiede circa mezz'ora.
La cucina è ottima e i bambini potranno vedere molti animali nel cortile e sui pascoli circostanti: oche, caprette, montoni, conigli, galline, mucche..
La vista spazia sul gruppo del Popera a sud, le cime del Comelico a est e il Col Quaternà a nord.
Per chi avesse voglia di camminare ancora un po', proseguendo in direzione nord, a soli 5 minuti, si raggiunge il Rifugio Rinfreddo, 1887 m.!
Dopo una goduriosa pausa pranzo, imbocchiamo il sentiero 149, la carrareccia che scende al Passo Montecroce! Di tanto in tanto, tra le cime degli abeti si intravedono le cime del gruppo del Popera.
A circa metà del percorso attraverserete il Rio Popera con un ponticello e costeggerete il Lago dei Rospi. All'unico bivio che troverete, si seguono le indicazioni per il sentiero 131 che svolta a sinistra. è la strada che avete fatto all'andata per salire a Malga Nemes. Dopo pochi passi sta a voi scegliere se continuare sulla carrareccia che si dirige a sinistra o proseguire dritti ed entrare nel fiabesco bosco! Quest'ultimo percorso è meno monotono, senza difficoltà e un po' più breve!
Vi lascio ora alla visione del video che descrive un weekend trascorso in Alta Pusteria in occasione della festa del rientro delle mandrie dai pascoli: dal minuto 3.42 troverete le immagini del percorso ad anello!

Alla prossima escursione,
Elisa.


 



martedì 15 ottobre 2013

Da Malga Nemes a Malga Klammbach



Una bellissima passeggiata tra i boschi e i prati dell'Alta Val Pusteria.
Sono partita dal Passo Montecroce (1636 m.) e concludere la camminata a Moso (1310m.) per limitare al minimo il dislivello da superare in salita, ma nulla vieta di percorrere al contrario l'escursione.
Lasciata l'auto al parcheggio del Passo, si sale la carrareccia (segnavia 131) che costeggia la piccola chiesetta dedicata a S. Michele.
Continuando a salire, dopo pochi passi si trova un bivio. A voi la scelta di continuare sulla comoda carrareccia o salire la stradina, un po' più ripida che entra nel bosco perché le due vie si congiungono a monte. Io preferisco il bosco perché in questa zona è molto particolare: il terreno ha una caratteristica colorazione rossa e le ombre dei pini e dei larici crea un ambiente davvero fiabesco! Usciti dal bosco, proprio davanti a voi, troverete la carrareccia. Ignorando le indicazioni per il camping di Moso e poco dopo quelle per Malga Coltrondo, si continua a camminare sulla carrareccia, ora in lieve salita, ora quasi pianeggiante. Ogni tanto, tra le cime deglia alberi, scorgerete le vette rocciose del gruppo del Popera in direzione sud e la verde Cresta Carnica e il Col Quaternà in direzione nord.
Improvvisamente si aprirà davanti a voi una larga prateria con una successione di passerelle in legno: siete giunti alla torbiera!

Le torbiere sono ambienti paludosi in cui l'acqua è in lento movimento. Derivano da laghi che nel corso di secoli o millenni si sono colamati a causa del deposito graduale della torba.
La torba è un materiale che si origina dall'accumulo progressivo delle parti morte dei vegetali che crescono nella torbiera, le quali non possono essere completamente decomposte perché nel terreno fradicio la carenza di ossigeno impedisce i processi di ossidazione. I resti vegetali si trasformano quindi solo parzialmente, diventano torba, e si accumulano sul fondo, facendo progressivamente diminuire la profondità del bacino. In tal modo le piante delle rive si possono spingere più all'interno, riducendo la superficie dello specchio d'acqua fino a farlo scomparire del tutto.

Proseguiamo l'escursione:
dalla passerella, in direzione est, potrete intravedere la Malga Klammbach.
Ripresa la carrereccia, si tiene la destra perché vogliamo far visita a Malga Nemes; lasciamo la stradina che prosegue a sinistra a chi vuole raggiungere in mountain bike Malga Klammbach.
Pochi passi e potrete scorgere Malga Nemes, 1877 m. davanti a voi, in cima una collinetta.
Raggiungiamo una radura solcata da un torrentino e scegliamo se raggiungere la malga passando sul ponticello che vi fa svoltare a destra (via più ripida e breve) o proseguire sulla carrareccia che compie un giro leggermente più ampio.
A circa un'ora e mezza di cammino dal Passo Montecroce conquistiamo la malga.
La cucina e il terrazzo con la vista su Popera, Croda Rossa di Sesto e Cima degli Scarperi meritano una sosta..
A pancia piena (oi oi..) riprendiamo la nostra escursione.. Si sale in direzione della Cresta Carnica sul sentiero n. 13 inizialmente carrozzabile, poi in terra battuta. Attraversiamo un ponticello e giungiamo al punto più alto dell'escursione (2049 m.) da cui si può ammirare il gruppo del Popera e le Dolomiti di Sesto senza più l'ostacolo del bosco!
Inizia ora una comoda discesa a tratti dalle caratteristiche di carrareccia, a tratti invece in terra battuta che ci condurrà a Malga Klammbach.
Il tratto Nemes-Klammbach richiede circa un'ora di cammino.
Ormai il pranzo è dimenticato.. Ci sta un dolcino con un buon te caldo..
Rifocillati, imbocchiamo il sentiero 133 che risale i pascoli della malga e poi diviene carrareccia e scende nel bosco e con pochi scorci fino al paese di Moso in circa un'ora.
Attraversata la Dolomitenstrasse troverete la fermata del bus che vi condurrà in una manciata di minuti su Passo Montecroce dove avevamo lasciato l'auto.
Vi lascio come sempre alla visione del video per poter compiere l'escursione virtulamente :)



Alla prossima escursione,
Elisa.

venerdì 11 ottobre 2013

Monte Specie



Ancora un sentiero in Val di Braies, con partenza da Ponticello.
Come vi ho già illustrato nelle precedenti due escursioni, una volta giunti a Ponticello, si sale a Prato Piazza con il bus. Una volta giunti in cima, si seguono le indicazioni per il Rifugio Vallandro (2040 m.) e si procede sulla comoda carrareccia pianeggiante circondati dagli imponenti massicci dolomitici della Croda Rossa d'Ampezzo (3140 m.), Tofane (3244 m), Cristallo (3221 m) e, di profilo, in lontananza, le Tre Cime.
In circa 30 minuti raggiungerete il rifugio e il fortino austriaco risalente alla prima guerra mondiale; qui troverete il bivio per il Monte Specie: segnavia 34.
Il percorso continua sotto forma di carrareccia, ma in leggera salita.
Con ampi tornanti si risale l'Alpe di specie e si giunge a un'ampia prateria panoramica con i ruderi di alcune costruzioni militari risalenti alla grande guerra. Siamo a circa 2200 m.
In breve la carrareccia muta in sentiero in terra battuta che con un'ultima salita vi farà toccare la Croce di vetta, a 2307 m. e la targa in ferro posta per ricordare le vittime del primo conflitto mondiale.
Qui la vista può veramente spaziare a 360°.. A nord sono parzialmente visibile le vette imbiancate della Valle Aurina, a est si riconoscono le Dolomiti di Sesto e le Tre Cime, a sud le Tofane, il Cristallo e la Croda Rossa d'Ampezzo, a ovest invece vi è il Picco di Vallandro.
L'escursione da Prato Piazza alla cima del Monte Specie richiede circa 2 ore di cammino.
Per il ritorno, si ripercorre la stessa strada a ritroso.
Potete percorrere ora la passeggiata comodamente seduti a casa vostra:


Alla prossima escursione,
Elisa.

giovedì 10 ottobre 2013

Da Prato Piazza a Ponticello


Una facile escursione in discesa nella fiabesca Val di Braies.
Come nell'escursione precedente,  si parcheggia a Ponticello (Bruckele), si prende il bus per Prato Piazza e si raggiunge in circa 5 minuti il Rifugio Prato Piazza.
Stavolta proseguiamo dritti sulla carrareccia pianeggiante per raggiungere in circa 45 minuti il Rifugio Vallandro, 2040 m. e i ruderi del fortino austriaco risalente alla grande guerra.
La vista, lungo il tragitto, può godere di fantastico scorci sugli imponenti gruppi dolomitici della Croda Rossa d'Ampezzo, le Tofane, il Cristallo e, in lontananza, se l'aria è tersa, il profilo delle Tre Cime.
A questo punto, ripercorriamo a ritroso la strada appena fatta, ma alla staccionata posta di traverso sulla carrareccia, vale la pena salire i due-tre tornanti sui pascoli e fare una sosta alla Malga Prato Piazza.. Vista e palato verranno soddisfatti nel migliore dei modi!
Mangiato? Bene, ora non resta che rotolare.. Ehm.. scendere a valle!
Scesi i tornanti e recuperata la carrareccia, giriamo a destra, in direzione del Rifugio Prato Piazza. Al bivio che si trova in sua corrispondenza imbocchiamo il sentiero n. 18 che taglia il verdissimo prato punteggiato di casette di legno e ci conduce in 15 minuti di saliscendi alla Malga Cavallo
Giunti alla fiabesca malga, imboccate la carrareccia (sentiero 18) che scende lungo il Rio Stolla. Attraverserete qualche ponticello e un tratto leggermente franoso e ripido, poi il sentiero scende più dolce, la vallata si restringe, diviene una gola rocciosa, scavata dal torrente.
Man mano che si scende, il bosco domina sempre più il paesaggio.
Si attraversa la pista per gli slittini e lasciando la strada asfaltata sulla destra, si giunge al parcheggio di Ponticello.
Eccovi ora l'escursione virtuale!





Leggenda sulla Croda Rossa
A causa del loro colore grigio pallido le Dolomiti sono conosciute anche come "monti pallidi". Tuttavia proprio in mezzo a queste cime, sorgono alcune rocce di uno straordinario colore rosso come sulla Croda Rossa d'Ampezzo che si trova tra Braies e la Valle di Landro, al confine tra Alto Adige e Belluno.
Si narra che un tempo anche la Croda Rossa fosse pallida e priva delle sfumature rosse che ora la caratterizzano.
Proprio in questi luoghi abitava un’anguana, uno spirito solitario del bosco e dell’acqua.
Viveva tra queste rocce e a farle compagnia c’erano solo le marmotte.
Un giorno una donna con una bambina stava camminando tra queste montagne, la donna cadde a terra morta e l’Anguana decise di prendersi cura della bambina, la fece crescere tra le marmotte e imparò la loro lingua e addirittura a prendere le loro sembianze, l’Anguana chiamò la bambina, Moltina.
Alcuni anni dopo, il principe della casa reale Landrines andò a caccia nella foresta. Qui vide Moltina e, a prima vista se ne innamorò, lei però scappò spaventata. Il principe la cercò dappertutto e, infine gli apparve l’Anguana che diede al Principe il permesso di sposare Moltina e di portarla con lui al suo castello. Inizialmente la corte non fu molto entusiasta della scelta del principe, ma alla fine accettò la nuova arrivata.
Moltina era molto contenta e condivideva la sua felicità con marmotte, pascoli e fiori e rocce. La montagna, in accordo con Aguana, sembrava direttamente collegata con il destino della ragazza.
Il principe e Moltina si sposarono e si trasferirono insieme nel castello. Un giorno fu organizzata una grande festa e la regina cattiva della Bedoyeres, chiese ad ogni invitato di raccontare la storia dei propri antenati.  Quando fu la volta di Moltina, non seppe proprio cosa dire e il suo volto si tinse di rosso per la vergogna.
Tra lo stupore di tutti Moltina scappò e non tornò mai più al Castello e la montagna così legata a lei, la Croda Rossa d’Ampezzo, prese il suo stesso colore.
Il principe però seguì la sua amata in montagna, qui misero su famiglia e più tardi divennero il sovrani di Fanes. Il simbolo della loro casata divenne proprio la marmotta.

Alla prossima passeggiata,
Elisa.

mercoledì 9 ottobre 2013

Alta via Nord della Croda Rossa



Questa escursione circolare si trova in Val di Braies; non è frequentatissima, ma regala panorami e sensazione davvero straordinari!
Il percorso non è difficile, ma chi soffre di vertigini potrebbe avere qualche difficoltà in un breve tratto esposto, molto stretto, assicurato con fune metallica.
Si lascia l'auto nel parcheggio della località Ponticello 1491 m. e si sale a Prato Piazza 1991 m. con il bus navetta.
Troverete su un altopiano verdissimo; camminando sulla carrareccia pianeggiante  in direzione del Rifugio Prato Piazza, avrete il Picco di Vallandro, 2839 m. sulla vostra sinistra, l' imponente Croda Rossa, resa inconfondibile dalle sfumature rosa, sulla vostra destra.
Davanti a voi, alla stessa altezza, il Rifugio Vallandro 2050 m e il fortino risalente alla prima guerra mondiale che hanno come sfondo il Monte Cristallo 3221 m.
In circa 5 minuti si raggiuge il Rifugio Prato Piazza e qui, al bivio, dovrete svoltare a destra, seguendo le indicazioni per il sentiero n. 3 e Malga Stolla.
Il sentiero scende sul prato punteggiato da piccoli ricoveri in legno e risale su una collinetta sul lato opposto di Prato Piazza. Ogni volta che ripercorro questo sali scendi mi è impossibile non ricordare il cartoon "Heidi" e le corse che la protagonista faceva sui prati.. :D
Si entra in un boschetto molto rado e in circa 10 minuti si arriva alla suggestiva Malga Stolla a 1980m. incorniciata dall'imponente Croda Rossa. Qui dobbiamo lasciare la carrareccia che scende a Ponticello e proseguire sul sentiero n. 3 che sale posteriormente alla malga in direzione della Croda Rossa.
La vegetazione si fa sempre più rada man mano che proseguiamo la salita.
Sulla destra Prato Piazza rimane in basso rispetto a noi e alle nostre spalle compaiono le Tre Cime di Lavaredo, il Paterno, la Cima degli Scarperi.. Ovvero la magiche Dolomiti di Sesto.
il sentiero conduce a un paesaggio lunare e davvero caratteristico a causa della particolare geologia della Croda Rossa: quando la si ammira da lontano non si distinguono le stratificazioni orrizzontali e ondulato e non si distinguono le sue rientranze.
Il percorso sembra condurre al cuore della montagna; in alcuni punti si ha la sensazione di essere adagiati al suo grembo, circondati dal suo stretto abbraccio!
Il colore rosato sempre visibile dalle zone circostanti appare qui molto più vivo e scuro.. La Croda Rossa è proprio rossa!! Quando la salita termina, il sentiero oltrepassa una cengia a circa 2340 m. dalla quale la vista sulle Tre Cime è veramente da pelle d'oca! Sembra di avere davanti un quadro..
Ora procediamo su un ghiaione pianeggiante, lasciando il Picco di Vallandro alle nostre spalle sulla destra , in direzione nord si distingue la Val di Casies e davanti a noi la piccola Malga Cavallo.
Il sentiero piega improvvisamente sulla sinistra, raggirando uno sperone di roccia, si restringe molto e diviene esposto e franoso per cui è stata fissata alla roccia una fune metallica. Sopra alla nostra testa, tracce di gallerie e feritoie risalenti alla grande guerra. Superato il tratto assicurato da fune, il sentiero torna più comodo e su un piano erboso si giunge alla Malga Cavallo, a 2164m.
Sono passate circa tre ore dalla partenza da Prato Piazza e qui facciamo la sosta pranzo.
Rifocillati, imbocchiamo il sentiero n. 4, una comoda carrareccia che scende a Ponticello in circa un'ora e mezza.
Totale durata dell'escursione 4 ore e mezza;
dislivello: 400 m in salita; 900 m in discesa.
Potete effettuare l'escursione in senso opposto, ma in tal caso avrete un maggior dislivello in salita..
Vi consiglio di valutare bene le condizioni meteo: questo sentiero è SCONSIGLIATO in caso di maltempo!!
Vi propongo ora di percorrere virtualmente l'Alta via nord della Croda Rossa attraverso un video!


Alla prossima escursione,
Elisa.





lunedì 7 ottobre 2013

Rifugio Locatelli e la Val Sassovecchio


Dal Rifugio Auronzo al Rifugio Di Fondovalle passando per il Rifugio Locatelli e la Val Sassovecchio.

Ancora un'escursione tra le candide Dolomiti di Sesto.

Questa volta, a differenza dell'escursione precedente è necessario salire al Rifugio Auronzo (2320m.)con l'autobus in quanto l'escursione non è circolare.
Si segue il sentiero 101 che conduce al Rifugio Lavaredo (2344m.), ma stavolta, al bivio, si lascia il sentero 104 sulla destra e si prosegue in direzione della Forcella di Lavaredo in lieve salita, tra i ruderi della costruzioni della Grande Guerra.
Lo sguardo spazia dai Cadini di Misurina, alla nostra sinistra, alla Croda dei Toni e alla Croda di Passaporto davanti.
Salendo verso la forcella ci si lascia alle spalle e in basso il lago di Lavaredo.
Sulla Forcella, 2454 m. si ha la snsazione di toccare le celebri Tre Cime di Lavaredo!
Si  può seguire con lo sguardo il sentiero che costeggiando il Monte Paterno (2746 m.) ci condurrà al Rifugio Locatelli 2438 m.   
Impossibile non soffermarsi qualche minuto ad ammirare il panorama..
Oltre alle Tre Cime e al Paterno, si ergono davanti a noi il Gruppo dei Baranci e quello degli Scarperi! Le cime sembrano racchiuderci in un abbraccio!
Si prosegue su un comodo sentiero pianeggiante; troviamo una piccola salita solo a ridosso del Rifugio Locatelli.
Qui, dopo circa un'ora e mezza di cammino, ci fermiamo per il pranzo.. Ricorderete per sempre questo pranzo con vista sulle Tre Cime di Lavaredo, Cristallo e Croda Rossa!!
Incantevole la vallata che si apre appena al di là del rifugio: un vasto prato alpino, abbellito dai Laghi Ai Piani e dal profilo del Monte Paterno!
Riconosciamo il nostro sentiero, il 102, che ci farà scendere la Val Sassovecchio!
Dopo la sosta pranzo riprendiamo dunque la strada che ora è tutta in discesa.. Ma è ancora lunga! Finalmente è possibile camminare con più tranquillità perché la maggioranza dei turisti si ferma al Locatelli e per il rientro sceglie lo stesso percorso dell'andata o per il sentiero 105 che passa per la malga Lange, di cui parlerò in un'altra puntata!
La discesa è inizialmente molto dolce e attorno a noi, Il Monte Paterno e La Croda dei Toni, collegati dalla Forcella di Cengia sembrano stingerci in uno stretto abbraccio.. Anzi, quasi risucchiarci dentro di loro. Poi la discesa si fa un po' più scoscesa e il prato lascia il posto ai ghiaioni del Crodon di S. Candido a sinistra e quelli di Cima Uno, davanti a noi, sulla destra. Man mano che proseguiamo, ci appare una porzione sempre maggiore di Cima Undici.
Ora sulla destra, in lontanaza, sentiamo lo scroscio di una cascata. Bellissima!
Pocediamo tra i pini mughi finchè non entriamo nel bosco.. Ormai stiamo entrando in Val Fiscalina!
Sono trascorse due ore dalla nostra partenza dal Rifugio Locatelli quando arriviamo al Rifugio di Fondovalle! Conosco bene la Val Fiscalina e so che solo una comoda passeggiata di 20 minuti in piano mi separa dal Rifugio Piano Fiscalino, dove si trova la fermata degli autobus per cui mi concedo una pausa.. Te caldo e dolce! :))
Vi lascio alla visione del video che vi consentirà di percorrere l'intera escursione virtualmente! ;) 


Alla possima escursione,
Elisa





Rifugio Lavaredo-Rifugio Pian di Cengia






 Un bellissimo rifugio sulle Dolomiti di Sesto, a 2528. Ho trascorso le mie vacanza in Alta Pusteria anni prima di raggiungere questa meta..
Documentarmi sulle vie per raggiungerlo mi ha scoraggiata ogni estate per la loro lunghezza.
Il rifugio fa parte del famoso circuito noto come "Giro intorno a Cima Uno" o "Giro dei tre rifugi" assieme al Zigmondy-Comici e il Locatelli che però richiede circa 7 ore di cammino e il superamento di circa 1000 metri di dislivello sia in salita che in discesa.
Il desiderio di conquistare il Pian di Cengia però non si affievoliva con il passare del tempo, anzi..
Poi ho trovato una via più comoda per raggiungerlo e ho finalmente portato a termine l'impresa!
Pagato il pedaggio della strada che dalla località Carbonin (Misurina) sale alle Tre Cime di Lavaredo, si lascia l'auto al Rifugio Auronzo a 2320 m. Da qui si cammina sul sentiero 101, una pianeggiante e un po' troppo frequentata carrareccia che conduce in circa 30 minuti al Rifugio Lavaredo, dopo aver visto la Chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice.
 Il panorama toglie il fiato:
  -sulla sinistra il versante veneto delle Tre Cime;
  -davanti a noi il gruppo della Croda dei Toni alla cui destra, a valle si riconosce il Lago di Auronzo;
  -man mano che procediamo ci lasciamo alle spalle, sulla destra l'imponente gruppo dei Cadini di Misurina.
 Ma torniamo all'escursione: poco dopo il rifugio Lavaredo, incontriamo un bivio: qui abbandoniamo il sentiero 101 e imbocchiamo il 104 che scende verso destra, costeggiando il laghetto di Lavaredo.
La discesa si fa poi un po' più ripida e penso già che al ritorno dovrò ripercorrerla in salita.. Gasp, gulp.. Il sentiero gira attorno al versante orientale della Croda di Passaporto (2719 m., gruppo del Paterno) e il panorama cambia completamente: si apre al nostro sguardo un' inaspettata vallata, dominata dal versante sud della Croda dei Toni, davanti a noi e dal gruppo del Paterno sulla nostra sinistra!
Da qui è visibile gran parte del nostro percorso: dapprima pianeggiante, poi, in fondo, alla vallata, si intravede uno zig-zag con cui il sentiero risale la Croda dei Toni.
Devo ammettere che pur amando camminare, è un po' sconfortante constatare quanta strada ci attenda.. Ma vi do consiglio: non fatevi scoraggiare perché una volta avviati, il tempo e i Km voleranno e il panorama sarà così affascinante che non farete più caso a lunghezza e fatica!
 Superata una leggera salita a metà percorso, ci attende una sorpresa: il piccolo lago di Cengia. Lì vicino è stato posizionato anche un piccolo monumento ai caduti della Grande Guerra.
Vale la pena fare una piccola sosta.. Se guardiamo alle nostre spalle la Croda di Passaporto è spettacolare e dietro di essa è riconoscibile il profilo delle Tre Cime. Poco più a sinistra invece si erge il Cristallo.
Riprendo il cammino; è giunto il momenti di affrontare i 3 tornanti in salita che si vedevano in lontananza.. Non sono faticosi quanto sembravano!
E giunti in cima, lasciando sulla destra il sentiero 107 diretto a Forcella Croda dei Toni e al Rif. Carducci, continua la salita, tra i ruderi delle costruzioni risalenti alla Grande Guerra.
Finalmente vediamo il seguito del nostro percorso: in realtà la salita non è finita, occorre raggiungere la Forcella Pian di Cengia.
Sulla destra, in alto si intravede un ponte che dovremo attraversare.. Mi impensierisce perché soffro un po' di vertigini!
Raggiunta la forcella, è possibile vedere i Laghi dei Piani, il Rifugio Locatelli, Torre Toblin, il gruppo dei Baranci e degli Scarperi. Incredibile il senso di libertà che si prova lassù, con le nuvole che corrono sopra alla nostra testa..
Ignoriamo le indicazioni per il rifugio Locatelli e proseguiamo sul sentiero 101; un cartello indica che il Rifugio Pian di Cengia dista 10 minuti.
Troviamo subito il ponte che avevamo visto poco prima.. WOW: è a strapiombo, ma è largo per cui non crea problemi di vertigini! Pochi passi e ci appare davanti il piccolo rifugio 2528 m... La Croda dei Toni 3094 m. da qui è veramente imponente!! Sul versante opposto si riconosce Cima Undici, solcata dalla Strada degli Alpini.
Abbiamo impiegato 2 ore e un quarto a salire dal Rifugio Lavaredo.
Dopo il rifocillamento, a malincuore, lasciamo questo paradiso e ripercorriamo a ritroso la strada dell'andata.
Il rientro richiede lo stesso tempo dall'andata in quanto la salita lungo il fianco della Croda di Passaporto rallenta il passo.. Dunque, in totale, l'intera escursione richiede circa  5 ore e mezza.
Eccovi il video del meraviglioso percorso!


Il Pian di Cengia è uno dei rifugi cui sono più affezionata.. lo considero proprio il mio paradiso!
Alla prossima escursione, Elisa.


giovedì 3 ottobre 2013

Rifugio Zsigmondy-Comici.




Ricordo che la prima volta che soggiornai a Sesto, in Alta Pusteria, dalla finestra dell'hotel intravedevo un rifugio, che per la distanza risultava piccolo e altissimo.
Lo vedevo incastonato alla base dell'imponente Croda dei Toni, chiamata anche Cima Dodici.
Non mi ero ancora documentata sul nome del rifugio, sui percorsi che vi conducevano, la distanza, l'altitudine.. Ma mi affascinava tantissimo e decisi: "Devo andare là!".
L'impresa però è rimasta un sogno per un intero anno.. Nel frattempo scoprii che si trattava del Rifugio Zsigmondy-Comici a m. 2224.
L'estate successiva, nel 2008, portai a termine l'intento! Raggiunto il rifugio ho constatato che la bellezza del luogo era addirittura superiore alle aspettative maturate durante l'anno di attesa!!

Si può raggiungere la Val Fiscalina in autobus o in auto (parcheggio nei pressi dell'Hotel Dolomitenhof e Rifugio Piano Fiscalino m.1454).
Già qui il panorama è fantastico: lasciandoci alle spalle il Monte Elmo, abbiamo davanti a noi Cima Uno e la Croda dei Toni, sulla destra la Cima degli Scarperi.
Si imbocca la carrareccia pianeggiante che conduce in circa 30 minuti al Rifugio di Fondovalle, m.1548, sovrastato da Cima Uno, sulla quale sono ancora visibili le cicatrici della frana avvenuta nell'ottobre del 2007.
Dopo pochi metri si trova il bivio: sulla destra si risale la Val Sassovecchio fino a raggiungere il Rifugio Locatelli, sulla sinistra invece il sentiero 103 che conduce al Rifugio Zsigmondy-Comici in circa due ore o due ore e mezza.. Dipende dal ritmo!
Per motivi di sicurezza, dopo il crollo di Cima Uno, il sentiero è stato modificato in tre diagonali che ci conducono in salita su versante orientale della montagna.
Ora il sentiero ci consente di recuperare un po' di fiato: il tratto intermedio è pianeggiante, a mezza costa. Usciti dal bosco, passo dopo passo, lo sguardo può spaziare sempre più sull'imponente Croda dei Toni, m.3094!
Alla nostra sinistra la Cima Undici, m.3092: se guardiamo attentamente, in alto, possiamo vedere gli escursionisti impegnati nella Strada degli Alpini!
L'ultimo tratto della nostra escursione è un po' impegnativo, ma non è lungo, il rifugio è sopra di noi (dovreste intravedere a tratti la bandiera italiana che è a valle di esso) e poi ne vale veramente la pena!! L'ultima salita è su fondo roccioso. In alcuni tratti le rocce sono tenute ferme da assi di legno.
Giunti al rifugio godiamoci una pausa e il paesaggio.. Ottimi i dolci che vengono serviti lì!!
è possibile, per chi vuole, proseguire verso il Rifugio Carducci o la Strada degli Alpini (attenzione: sentiero attrezzato!) o verso il Rifugio Pian di Cengia.
Io però preferisco fermarmi sempre qui quando torno al Rifugio Zsigmondy-Comici.. Meglio godersi il panorama invece di correre tutto il giorno per raggiungere più rifugi senza avere la possibilità di gustarsi al 100% questo paradiso.
Vi "accompagnerò" al Pian di Cengia in un'altra puntata.. è un altro paradiso!!
Ora vi lascio come alla visione del video dell'escursione, così potrete arrivare al Zsigmondy-Comici virtualmente :)


Alla prossima escursione!
Elisa