mercoledì 13 novembre 2013

Passo Sommo-Forte Cherle.



Facilissima passeggiata nel bosco, molto suggestiva in autunno.
Si parte da Passo Sommo (Trento), 1341 m.
Imbocchiamo la carrozzabile accanto al bar "Chalet" ed entriamo subito nel bosco. Dopo pochi metri possiamo ammirare uno scorcio:
- davanti a noi, in direzione ovest, il paese di Folgaria con lo sfondo del gruppo della Presanella.
- sulla destra il Monte Cornetto (sulla radura poco più alta rispetto a noi, si riconosce anche il Rifugio Paradiso, 1650 m)
- sulla sinistra le piste da sci di Costa di Folgaria.
Proseguiamo il nostro itinerario quasi pianeggiante.. Non ci sono montagne imponenti da ammirare, ma in autunno questo percorso regala ugualmente grandi soddisfazioni grazie ai contrasti cromatici e ai giochi di luci e ombre.
A novembre non ho incrociato nessuno.. Silenzio e tranquillità assoluta!!
Sopra di me solo il cielo blu e un sole che, nonostante l'autunno inoltrato, scalda ancora e abbaglia.
Ma all'interno del fitto bosco è quasi notte..
Il sottobosco è un tappeto di foglioline marroni.
Appenna superato una costruzione risalente alla Grande Guerra, incontriamo un bivio nei pressi di una pista da sci: dritti si va all'ex ospedale austroungarico, noi invece svoltiamo sulla destra, seguendo le indicazioni per il Rifugio Stella d'Italia.
La vegetazione prima mista ora lascia il posto a pini e larici. è un'espolosione di colore: il bosco sembra a pois! I pini di colore verde scuro e i larici dorati si alternano in una tavolozza allegrissima.
Ora intravediamo le piste da sci di Fondo Grande- Fondo Piccolo sulla nostra destra e in circa 50 minuti dalla nostra partenza raggiungiamo il Rifugio Stella d'Italia, 1550 m.
Dalla terrazza panoramica la visuale è incantevole: in primo piano il Monte Baldo; dietro ad esso il gruppo della Presanella, imbiancato e poco più a destra il gruppo delle Dolomiti di Brenta.
Ancora 15 minuti e giungiamo al Forte Cherle, noto anche come Forte Sommo Alto.
La struttura è parzialmente crollata, ma è possibile entrare e farvi un giro ai due piani all'interno.
Dentro si trova anche il tunnel che scende nel sottosuolo e che costituiva una via di fuga per i soldati.
è tuttora aperto e percorribile, ma mancando l'illuminazione ho preferito non inoltrarmi.
è invece carino salire al secondo piano e uscire all'esterno percorrendo la scalinata a nord.
Da qui si possono sono visibili:
- il Monte Baldo e i gruppi della Presanella e delle Dolomiti di Brenta, in direzione ovest;
- il Lagorai e la Marmolada in direzione nord;
- L'altipiano di Asiago in direzione est.
Il ritorno avviene per la stessa strada dell'andata.
Vi lascio ora alla visione del video con cui potrete percorrere virtualmente il sentiero e la visita al Forte Cherle e ammirare il fascino del bosco in autunno!



Nella sua struttura Forte Cherle ricalca il modello di tutti gli altri forti lungo la linea difensiva che vedeva a terra i locali di servizio (centrale elettrica, telefonica, depositi, infermeria comando e guarnigione) con casematte in pietra coperte in cemento e a distanza di sicurezza si trovavano le cupole dei cannoni e le postazioni di mitragliatrici.

Progettato dall'Ing. Eugen Luschinski prese il soprannome di forte werk Sebastian a 1445 m. Anche questo come gli altri, era autonomo di viveri e munizioni. Disponeva di un capiente deposito di acqua alimentato da un acquedotto che prelevava acqua dal torrente Astico, con cisterne di carburante per il funzioanmento del gruppo elettrogeno, deposito di munizioni, stazione telefonica, e due postazioni ottiche rivolte verso Forte Sommo e monte Rust.

A est si avvaleva di una postazione avanzata dove in caso di necessità attraverso un tunnel sotterraneo avveniva la rapida evacuazione dei Militari.

 Dalla frazione di Cueli una teleferica saliva il versante settentrionale permettendone i rifornimenti quando scarsi.

 Era un forte di prima linea che venne ampliamente bombardato e tenuto sotto tiro italiano dalle vicine postazioni presenti a Campomolon, Coston d'Arsiero, Monte Coston, e Costa d'Agra.

 Era Comandato dal Capitano Edmund Proksch. Dotato di una difesa passiva costituita dal fossato e ampi reticolati tutti attorno. Quattro gli obici collocati nella batteria del Traditor della casamatta e due cannoni per la difesa ravvicinata.

Con il Forte Somma a 1614 m. teneva sotto controllo il passo della Borcola e le zoen antistanti. Il puzzo dello scoppio delle granate era notevole in quanto si trattava di ecrasite. Venivano sparati contro le linee italiane anche proiettili illuminanti e i famosi schrapnel a tiro si sbarramento.



 
Alla prossima escursione,
Elisa.